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Covid 19

Coronavirus Campania, crisi bus turistici: protesta a Napoli il 28 ottobre

Le associazioni dei bus turistici hanno proclamato lo stato di agitazione. Il 28 ottobre manifestazione a Napoli, nell’ambito della mobilitazione nazionale: “Abbiamo bisogno di aiuti economici dal Governo per compensare le perdite del 2020, altrimenti molte aziende chiuderanno per sempre. Il presidente De Luca ci aiuti”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“Gite scolastiche, sagre, fiere, congressi e tour religiosi annullati in Campania a causa del Covid19. Così non possiamo andare avanti. Non ci risolleveremo più”. A lanciare l'allarme sulla crisi del settore sono le associazioni dei bus privati e turistici, vetture e natanti con conducenti della Campania, che hanno proclamato lo stato di agitazione. Le associazioni chiedono al Governo e al presidente della Regione Vincenzo De Luca aiuti per superare la crisi economica del Coronavirus. Una manifestazione a livello nazionale è stata indetta per il 28 ottobre prossimo in tutti i capoluoghi di regione. In Campania si terrà a Napoli. Le associazioni hanno chiesto al Governo la formale attivazione, entro 5 giorni, della preventiva procedura di raffreddamento e conciliazione delle controversie.

Covid, è crisi per i bus turistici

Quali i motivi della protesta? “L’emergenza sanitaria pandemica COVID-19 – scrivono – ha, per limitare il rischio di contagio, dovuto far adottare alle Autorità nazionali, misure drastiche sulla limitazione della circolazione delle persone. Tale circostanza ha prodotto immediatamente la totale cancellazione delle prenotazioni delle gite scolastiche, congressi, viaggi culturali, escursioni crocieristiche e spostamenti in genere, tuttavia le attività in oggetto non rientravano tra quelle sospese dai vari DPCM e DL che si sono susseguiti dall’inizio di marzo ad oggi, ma venivano lasciate aperte perché il codice ATECO 49.00 le faceva rientrare in quelle che sono considerate essenziali.

“In questo frangente le aziende si sono ritrovate sulla carta attive ma, di fatto, sono state fermate dalla totale mancanza di utenza e anche quella timidissima ripresa è stata stroncata dal risalire della curva dei contagi che ha fatto scaturire ulteriori provvedimenti restrittivi. Le imprese sono state le prime a fermarsi e rimangono senza speranza di ripartenza. Leasing, tasse, mutui, contributi spostati di qualche mese e senza previsioni di poter ripartire e poter onorare le scadenze procrastinate. Intanto si parla di affiancamento al TPL ma fino ad oggi tale misura non è mai stata messa in atto. In questo contesto l’esasperazione dovuta alla mancanza di attenzione da parte del Governo ci induce, nostro malgrado, ad invocare il diritto di manifestare affinché si possa avere la giusta attenzione per evitare default e licenziamenti di massa ma soprattutto perché le associazioni non riescono più a gestire le iniziative di protesta di una base ormai stanca”. All'appello hanno aderito a livello nazionale Fai Tp, Anitrav, Fia Federvarie Confindustria, Ass.Uniti Per L’italia, Fincc, Ass. Ncc Italia, Anc, Emet, Llp, Federncc Roma Confcommercio, Comitato Sindacato Ncc Fiumicino, Asincc, Abt 2020 Sicilia, Anat, Tutela Ncc, Fion, Assobus, Comitato Air, Azione Ncc, Bus Condiviso, Anstra, ACNCC, Abt Bus 2020, Federnoleggio/Confesercenti.

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