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Elezioni amministrative Napoli 2021

Comunali a Napoli: Maresca barcolla sotto i partiti, Manfredi ‘sposa’ la linea dei De Luca

Gaetano Manfredi non vuole l’assedio delle liste di partito, Catello Maresca non vuole i simboli: entrambi al momento opportuno dovranno chinare il capo, mediare al ribasso e fare di necessità virtù se vorranno davvero arrivare a Palazzo San Giacomo in autunno con la fascia tricolore da sindaco di Napoli.
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Sono giorni che si susseguono veline e notizie dai soliti «bene informati» in ambito centrodestra che danno Catello Maresca (Forza Italia-Lega-Fdi) sicuramente fuori dalla partita a sindaco di Napoli. Ma sono voci napoletane e come tali vere ma non serie. Motivo? Maresca non vuole baciare la pantofola a Matteo Salvini né mostrarsi in giro con personaggi estremamente connotati dal punto di vista politico che sviliscano la natura "civica" della sua candidatura. Però il titubante Maresca non è De Magistris (che pure fu sostenuto dai partiti) e soprattutto non ha nulla di civico: non ha mai creato intorno alla sua figura un movimento di opinione, si è mosso tardi sulla candidatura. Dove sono i candidati di Maresca? Dove sono i suoi fedelissimi? Non esistono. Il primo De Magistris, al confronto, sembra Lula.

Il parlare di Maresca è quanto di più lontano dall'evangelico «Sì, sì; no, no». Non vuole stare a braccetto con la Lega di Matteo Salvini ma ne vuole i voti; rigetta la forma-partito d'un tempo eppure Alessandro Nardi, ex braccio destro di Luigi De Magistris, per lui sta chiamando uno a uno tutti i consiglieri uscenti dalle Municipalità per invitarli a riempire le sue liste. D'altra parte davvero il centrodestra vuole demolirlo con sondaggi e poi minacciando di schierare uno sconosciuto Sergio Rastrelli o nomi di varia umanità? Sarebbe decidere di perdere.

Gaetano Manfredi (Pd-Leu-M5S) invece, da buon ingegnere applica la dinamica dei fluidi alla politica: Napoli è città politicamente viscosa; il vecchio potere resiste allo scorrimento e pretende spazio. Lo pretende Vincenzo De Luca che l'ex rettore ed ex ministro ‘onora' in due mosse semplici.

La prima è riconoscere un ruolo politico al figliuolo Piero De Luca, vicecapogruppo Pd alla Camera. Come? Ascoltandolo mentre parla delle azioni per risanare Napoli in un incontro super-pubblicizzato. Il secondo è sferrare un attacco al nemico numero uno di De Luca: Luigi De Magistris. E su questo  il passista Manfredi ci sta prendendo gusto: non alza mai i toni, modera le parole ma ogni frase del rettore è pesantissima. Altro che "scassiamo": quando Manfredi parla sono mine a frammentazione.

Mentre Maresca non vuole duecento simboli dei partiti sulle liste, Manfredi non vuole duecento liste. Entrambi, se vorranno tentare di vincere, dovranno caracollare intorno al sistema politico napoletano ma poi far l'inchino: il magistrato dovrà accettare i simboli, il prof i candidati. Napoli questa è e la sua classe politica non fa eccezione: bisogna accettare tutto il pacco regalo.

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