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Chi è Cristina Chirichella, la stella napoletana e capitana della Nazionale di pallavolo

Cristina Chirichella, classe 1994, napoletana dei Colli Aminei, è il capitano della Nazionale italiana femminile di pallavolo che ha stravolto tutti i pronostici ai mondiali in Giappone. La giovane, attualmente in forza ad AGIL Novara, pur essendo molto riservata è particolarmente attiva su Instagram. Ecco chi è la giovane stella della Nazionale.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La Nazionale italiana di pallavolo continua a parlare napoletano: dopo l'addio di Antonella Del Core, storico capitano delle Azzurre e punto di forza dell'Italia dal 1999 al 2016, la fascia di capitano dell'Italvolley è rimasta ad una napoletana doc, Cristina Chirichella. Giovane, bella ed umile, la Principessa proveniente dai Colli Aminei arrivata in nazionale come "giovane promessa" è riuscita in breve tempo a diventare il nuovo capitano delle Azzurre, guidandole in questa recente coppa del Mondo in Giappone dove le ragazza di coach di Davide Mazzanti sono arrivate a sorprese in finale contro la Serbia.

Cristina Chirichella [Foto da Instagram]
Cristina Chirichella [Foto da Instagram]

Nata a Napoli il 10 febbraio (e come prima di lei il filosofo Epicuro, la regina Cristina di Francia ed il drammaturgo Bertolt Brecht) del 1994, Cristina Chirichella arriva dai Colli Aminei, e fin da piccola di appassiona al mondo della pallavolo. Ma a Napoli, quello del volley è uno sport particolarmente difficile: pochissime squadre, ancor meno strutture. E così per la giovane Cristina, come per altre prima di lei, l'unica strada è l'emigrazione verso il nord: a sedici anni inizia a giocare per il Club Italia, squadra della Serie B1 che gioca a Roma, dove viene subito notata dalle nazionali minori. Due anni dopo diventa una professionista, ingaggiata dal Pesaro in Serie A1 e diventa subito una delle giocatrici di pallavolo più promettenti del campionato. Dopo soltanto un anno passa all'Ornavasso, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola nel profondo nord Italia. Quindi, dodici mesi dopo, passa all'AGIL Novara dove milita tutt'ora e dove vince subito tutto: uno Scudetto, due coppe Italia ed una Supercoppa, e diventa anche un punto fisso della Nazionale maggiore, dove milita dal 2013 fino a diventarne il nuovo capitano lo scorso anno.

L'amore per il fidanzato e per il fratello Gaetano

Nonostante sia una ragazza che fa di Instagram uno dei suoi "passatempi" preferiti, ci tiene moltissimo alla sua privacy, ed il gossip praticamente non le riguarda mai. Dopo uno "storico" fidanzamento con Claudio Cornaghi, iniziato nel 2011, attorno al 2016 conosce Federico Rigamonti, pallavolista in Serie C proprio con il Novara, suo attuale compagno. Un solo tatuaggio: sul braccio destro, il simbolo dell'infinito con le iniziali sue e del fratello Gaetano, al quale è legatissima. Meno legata, invece, allo sport "italico" per eccellenza: il calcio. Ma chi la conosce assicura che pur seguendolo poco, Cristina non ha mai nascosto il proprio tifo per il Napoli.

La famiglia dei Watussi

La Principessa, del resto, sembra esserlo davvero dentro e fuori dal campo, a dispetto della sua stazza particolarmente imponente: 1,95 metri per 75 chili, con la sua massima altezza raggiunta appena all'età di undici anni, lasciando già "intuire" che nel suo futuro ci fosse, appunto, la pallavolo. Anche perché la sua famiglia veniva chiamata ai Colli Aminei, "la famiglia dei Watussi". Il padre Giuseppe, ex-giocatore di basket, ha un'altezza da non invidiare alla figlia. Il fratello di lei, Gaetano, è alto quasi due metri ed ha giocato a sua volta a pallavolo. Ed insomma, immaginarli a spasso per il quartiere, tutti abbondantemente sopra il metro e novanta, ha generato questo simpatico nomignolo.

"Troppo alta per i miei coetanei"

E lei, su questa cosa, ci scherza su. Come raccontato lo scorso anno, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport. "I ragazzi non m’invitavano mai a ballare perché ero troppo alta e io ci soffrivo", raccontava Cristina appena nominata capitano a maggio 2017, "Allora mi sono dedicata solo allo sport; facevo basket, atletica, nuoto, salto in lungo, in alto, di tutto. A 9 anni ho fatto anche danza classica, ma mi hanno detto che sarei diventata troppo alta ed era inutile continuare". Una scelta vincente: per lei e per la pallavolo femminile.

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