Camorra e appalti negli ospedali a Napoli: otto condanne e tre assoluzioni

Otto condanne, per oltre 70 anni di carcere complessivi, e tre assoluzioni: si chiude così il processo con rito ordinario sulle infiltrazioni della camorra negli ospedali napoletani, in particolare da parte del clan Cimmino-Caiazzo, che avrebbe imposto estorsioni negli appalti e soprattutto per la ristrutturazione di alcuni padiglioni dei Cardarelli. La sentenza è arrivata ieri sera, 18 giugno, e segue quella del rito abbreviato risalente al dicembre 2022. Le motivazioni verranno depositate entro novanta giorni.
La sentenza del rito ordinario
Sono stati assolti, con formula piena, l'impresario funebre Luigi Trombetta, Massimiliano De Cicco e Antonio Teghemiè, marito della donna boss Maria Licciardi (inizialmente coinvolta ma poi uscita dall'inchiesta). La settima sezione penale del Tribunale di Napoli (collegio A, presidente Raffaele Donnarumma) ha condannato Alessandro Desio, presunto capozona di Antignano (15 anni di carcere, con l'esclusione di essere stato capo e promotore del clan), Salvatore Zampini (13 anni), Abramo Maione (14 anni), Marco Salvati, titolare dell'associazione di ambulanze Croce San Pio e tra i protagonisti dell'inchiesta giornalistica Croce Nera di Fanpage.it (12 anni), Gennaro Stefanelli (7 anni e 6 mesi), Simone Paolino (7 anni), Anna Di Pipolo (1 anno e 6 mesi), Guido Galano (1 anno e 6 mesi).
L'accusa al processo è stata rappresentata dai pm Celeste Carrano e Henry John Woodcock. Alcuni degli imputati sono stati condannati a risarcire gli ospedali, le associazioni consumatori e delle vittime della criminalità, la Cgil nazionale e regionale.
Il processo per rito abbreviato, che si è concluso nel dicembre 2022, aveva visto alla sbarra 33 persone, tra cui il boss Luigi Cimmino (deceduto nello scorso aprile) ed erano stati inflitti complessivamente quasi 290 anni di carcere. Gli arresti risalgono all'ottobre 2021: 40 persone, tra boss e imprenditori, a cui la Polizia di Stato aveva notificato la misura cautelare emessa dal gip al termine di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Appalti ed estorsioni agli ospedali
Secondo l'accusa Desio avrebbe organizzato un enorme giro di estorsioni agli ospedali napoletani, oltre a due estorsioni ai danni di altrettanti supermercati del Vomero. Nell'inchiesta anche una tangente da 400mila euro che sarebbe stata imposta su un appalto da 47 milioni al Cardarelli e che avrebbe provocato frizioni tra Luigi Cimmino, a capo del clan, suo figlio Franco Diego e altri affiliati.
Poche settimane fa Desio (difeso dagli avvocati Antonio Abet e Salvatore Operetto) aveva ottenuto gli arresti domiciliari: i legali avevano dimostrato che le esigenze cautelari si erano nel frattempo attenuate, anche in ragione del tempo passato dai fatti che gli venivano contestati; la stessa decisione era stata presa per Marco Salvati.