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Bombe in strada e dal cavalcavia, tre ordigni esplosi in 4 giorni: Ponticelli, polveriera di camorra

Tre bombe in quattro giorni, a Ponticelli sale la tensione. Secondo la Procura, si tratterebbe di “fibrillazioni” dovute al gruppo dei De Martino, già soprannominati gli XX del rione Fiati. Ma non si esclude che la scarcerazione di Marco De Micco, l’ex boss emergente uscito di galera a marzo, possa aver giocato un ruolo nell’escalation di questi giorni.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Sale la tensione a Ponticelli dopo le tre bombe esplose in quattro giorni nel quartiere orientale di Napoli. La Procura di Napoli, che questa mattina ha eseguito 37 arresti all'interno del cartello formato dai clan Rinaldi-Reale-Formicola, è al lavoro soprattutto per arginare questa escalation che si è verificata negli ultimi giorni, e che potrebbe essere stata "generata" soprattutto da due fattori.

In primo luogo, al gruppo dei De Martino, che dal clan dei Mazzarella è passato a quelli dell'Alleanza di Secondigliano: un passaggio che, tuttavia, non sarebbe stato pienamente "accettato" dalle famiglie del cartello, tanto da lasciare i propri detenuti senza la cosiddetta "mesata", ovvero il sussidio destinato agli affiliati in carcere, sia minacciandoli di esclusione dalla gestione delle piazze di spaccio della zona. E proprio questo avrebbe provocato la reazione violenta dei De Martino, nella quale si pensa possa inserire anche un secondo fattore: la scarcerazione di Marco De Micco.

L'uscita dal carcere di De Micco, avvenuta lo scorso marzo, potrebbe aver alterato ulteriormente un equilibrio già precario. Se da una parte l'alleanza di Secondigliano non avrebbe ancora "perdonato" il passato dei De Martino, ex alleati dei Mazzarella, dall'altro proprio la presenza di De Micco che avrebbe provato ad "inglobare" il gruppo dei De Martino, già soprannominati gli XX del rione Fiati, avrebbe esacerbato ulteriormente gli animi, portando dunque all'escalation vista negli ultimi giorni. Una situazione che dalla Procura definiscono preoccupante, proprio per l'utilizzo di strumenti particolarmente pericolosi misto all'approssimazione di chi li utilizza.

Quest'ultimo è il caso di un ordigno esploso nella notte tra l'11 e il 12 maggio scorsi: una bomba lanciata dal cavalcavia sul rione De Gasperi di Ponticelli è esplosa troppo vicina all'automobile degli attentatori stessi, facendo partire il sistema airbag e facendo così bloccare l'auto su cui viaggiavano e che è stata abbandonata per fuggire poi a piedi. Automobile che è stata poi ritrovata proprio dalle forze dell'ordine poco dopo, una volta giunti sul posto dopo la deflagrazione.

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