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Bagnoli, pretende la tangente sulle truffe online, arrestato il braccio destro del boss

I poliziotti della Squadra Mobile di Napoli e del commissariato Bagnoli hanno arrestato tre persone per due vicende estorsive collegate: in manette un giovane del posto che, per riscuotere la sua parte di una truffa da un complice, aveva chiesto l’aiuto al braccio destro del boss, che però dopo averlo aiutato gli si era rivoltato contro e insieme a un altro pregiudicato gli aveva imposto una tangente da 10mila euro.
A cura di Nico Falco
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Truffe online da svariate migliaia di euro con assegni e rimborsi fiscali, un truffatore che litiga con un complice perché non gli ha dato la sua parte, il braccio destro del boss che interviene prima in aiuto del "creditore" e poi pretende il pizzo per consentirgli di proseguire con le truffe. La storia che arriva da Bagnoli, zona ovest di Napoli, testimonia come la camorra abbia messo le mani su qualsiasi attività in grado di generare denaro, che sia illecita o meno, e che anche i criminali "fuori sistema", che siano truffatori o spacciatori, finiscono col dover versare l'obolo a "chi comanda". In manette, al termine delle indagini, sono finiti Yussef Aboumouslim, 28 anni, Lucio Musella, 31 anni, ed Ernesto De Carlo, 35 anni, tutti pregiudicati e ritenuti gravemente indiziati di estorsione e tentata estorsione aggravate dal metodo mafioso. L'ordinanza è stata eseguita all'alba di oggi, 6 ottobre, col supporto del commissariato di Bagnoli.

La vicenda, hanno ricostruito gli agenti della Squadra Mobile col coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, nasce nello scorso gennaio, quando De Carlo litiga con un complice: i due hanno messo a segno una truffa online ma l'altro si rifiuta di dargli la sua parte. Rivolgersi alle forze dell'ordine è fuori discussione. Così il ragazzo pensa di chiedere aiuto ad Aboumouslim, contando sulla sua caratura criminale: è considerato il braccio destro di Massimiliano Esposito, ritenuto capoclan di Bagnoli, da agosto ricercato dopo essersi sottratto al regime di sorveglianza speciale. L'intervento, che si traduce in minacce e intimidazioni di matrice camorristica, si rivela risolutivo: De Carlo ottiene i circa 500 euro, sua porzione della truffa.

Dopo, però, accade quello che il ragazzo non avrebbe mai immaginato: Aboumouslim decide che il giro di denaro intorno a quel tipo di truffe è un affare che deve passare anche dalle sue mani, ne vuole una parte: 10mila euro per concedere il permesso di continuare. Così, ricostruiscono gli inquirenti, insieme a Lucio Musella si fa avanti e, con minacce e percosse, tenta di imporre quel pagamento. Una volta ricostruita tutta la faccenda, compresa l'iniziale truffa da cui era partito tutto, per De Carlo sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre Aboumouslim e Musella sono stati rinchiusi nel carcere di Secondigliano.

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