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“Aumentati i casi di depressione e suicidio, come riconoscere i segnali” parla l’esperto

Lo psicologo Angelo Rega: “La maggior parte dei suicidi interessa la fascia d’età tra i 16 e 19 anni. I ragazzi non devono essere lasciati soli”
Intervista a Angelo Rega
psicologo, psicoterapeuta, membro dell'Ordine degli Psicologi della Campania
A cura di Pierluigi Frattasi
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Lo psicologo Angelo Rega
Lo psicologo Angelo Rega

“I numeri dei suicidi sono altissimi rispetto a quelli che immaginiamo. Nel 2021 sono stati registrati 4mila casi in Italia, secondo l'Istat. Questo è momento cruciale: dopo la pandemia, sono aumentati i casi di ansia e di depressione. È fondamentale riconoscere subito i segnali di allarme per scongiurare i gesti estremi. Per farlo bisogna assicurare un supporto psicologico nei luoghi che il ragazzo frequenta, come la scuola, e sensibilizzare i genitori verso questi temi”.

A parlare a Fanpage.it è Angelo Rega, psicologo, psicoterapeuta e componente dell'esecutivo dell'Ordine degli Psicologi della Campania. A Napoli si registrano, purtroppo, tanti casi di suicidio che coinvolgono spesso giovani e giovanissimi. L'ultimo che ha addolorato tutta la comunità riguarda la morte del giovane collaboratore del pizzaiolo Errico Porzio, un ragazzo di 26 anni, caduto nel tunnel della depressione dal quale non è riuscito più a risollevarsi, nonostante l'affetto e il sostegno dei suoi cari.

Dottor Rega, i dati sull'aumento dei suicidi sono allarmanti e riguardano spesso i giovani. Cosa possono fare i genitori per cogliere i primi segnali e aiutare i loro figli?

In primo luogo, provare a fare attenzione a quello che i loro figli dicono, alle frasi che possono essere più importanti. Stare attenti ad una alterazione delle abitudini del giovane, se ci sono cambiamenti di umore o altre sfumature che possono destare preoccupazione, verificando anche se il proprio figlio faccia uso di alcol o sostante stupefacenti, che spesso potrebbero essere campanello d'allarme.

L'uso di alcol e droghe è una causa o una conseguenza della depressione?

Sono più che altro una conseguenza, studi recenti suggeriscono che mentre la depressione può portare ad un aumento dell’abuso di alcool, il contrario è in realtà più comune. Il tutto si inserisce in un quadro già compromesso. Se vogliamo sostenere la prevenzione su certi temi, allora bisogna iniziare a sensibilizzare i genitori, affinché acquisiscano una maggiore consapevolezza verso il tema del disagio psicologico. I figli spesso hanno meno tabù sulla richiesta di assistenza psicologica rispetto ai loro genitori, grazie anche ai messaggi di alcuni influencer, come Chiara Ferragni e artisti come Fedez, J-Ax e Allevi, che hanno dichiarato apertamente di andare dallo psicologo e ne hanno proclamato i benefici.

Ci sono dei segnali che fanno capire il rischio di un gesto estremo?

È molto difficile individuare il momento o l'attimo in cui la persona decida di suicidarsi. L'idea di fondo è sempre di offrire alla persona tutti i supporti di cui ha bisogno, un percorso psicologico, un trattamento psicoterapeutico e nei casi di diagnosi di depressione più grave, anche l’aiuto di medici specializzati. Va considerato che spesso la persona mostra sbalzi d’umore o improvvisi cambiamenti, quali perdita di interesse per le attività quotidiane, trascurare il proprio aspetto o mostrare grandi cambiamenti nelle proprie abitudini alimentari o di sonno. Non solo.

Che altro?

Altro segnale importante può essere rappresentato dal fatto che la persona lamenta di sentirsi senza speranza o intrappolata. Diversi studi hanno rilevato che la disperazione è un forte predittore del comportamento suicidario. Le persone che si sentono impotenti, senza speranza, senza alcuna via d’uscita possono parlare di un dolore insopportabile e avere la credenza che le cose non miglioreranno in alcun modo.

Quando coglie questi segnali, cosa deve fare una famiglia?

Rivolgersi allo psicologo, allo psicoterapeuta o ai servizi pubblici delle aziende sanitarie che offrono servizi per la salute psicologica. Inoltre va aggiunto che l’Ordine campano ha un protocollo con la Regione  per il supporto a bambini e adolescenti e,  in collaborazione con i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale, le famiglie con svantaggio socioeconomico potranno accedere ad un percorso di sostegno psicologico per un massimo di 10 incontri e avranno la possibilità di scegliere liberamente il professionista da una short list già disponibile sul sito dell’Ordine degli psicologi.

Quali sono i soggetti più a rischio per la depressione e i suicidi?

La maggior parte dei suicidi interessa la popolazione scolastica nella fascia di età dai 16 ai 19 anni. Il suicidio è la quinta causa di morte più comune tra gli adolescenti dai 10 ai 19 anni e la quarta nella fascia d’età dai 15 ai 19 anni (addirittura la terza se si considerano solo le ragazze). Questo ci fa capire quanto sia importante e necessaria la presenza dello psicologo in quei contesti dove i ragazzi non sono lasciati da soli, come la scuola o i contesti sportivi, luoghi che consentono di osservarli. Per questo, il primo livello di allerta, a prescindere dalla sensibilità dei genitori, deve avvenire dentro le istituzioni scolastiche, fortificando i servizi di assistenza psicologica proprio nelle scuole.

In che modo?

Per un monitoraggio efficace dello stato di salute psicologica non deve essere il giovane ad andare dallo psicologo o al servizio di igiene mentale, ma bisogna fare in modo che lo psicologo si avvicini ai contesti frequentati dal giovane, proprio come accade per la figura dello psicologo scolastico. Noi, come Ordine degli Psicologi abbiamo collaborato ad una proposta di legge regionale per attivare in modo strutturale i servizi di psicologia scolastica e speriamo nella sensibilità della Regione o del governo centrale.

Lei cosa propone?

Servirebbe un canale che si avvicini di più ai contesti vissuti dal giovane, come la scuola. Su queste tematiche c'è sempre maggiore attenzione. Il Governo l'anno scorso ha finanziato il Bonus psicologico che offre attraverso l’INPS fino a 600 euro per sedute di psicoterapia. Sono uscite le graduatorie e i fondi sono andati esauriti in pochi giorni, proprio a testimonianza del grande bisogno che c’è in Italia. Ma non deve essere la goccia nel mare. Negli altri Paesi il vero livello della prevenzione è la scuola. Se il Governo non decide di attivare i servizi di supporto psicologico scolastico, difficilmente riusciremo a fare prevenzione in maniera concreta.

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