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Assalto con Kalashnikov, in casa anche bambini: a Cardito il raid per scalzare il vecchio clan

Dietro il raid a colpi di Kalashnikov contro una casa a Cardito il tentativo di un gruppo emergente di scalzare i vecchi clan; fermato un giovane.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Il portone sfondato usato un'automobile rubata come un ariete nel cuore della notte, subito dopo la raffica di mitra contro le finestre. Un atto di guerriglia urbana che fa pensare alle faide di camorra degli anni '80, quello avvenuto agli inizi di marzo a Cardito, in provincia di Napoli, e che si inquadrerebbe in un contesto simile: un clan emergente che starebbe tentando di scalzare i vecchi gruppi.

Raffica di mitra contro abitazione, in casa anche bambini

Il retroscena è stato ricostruito dalle indagini della Squadra Mobile di Napoli, col supporto dei commissariati di Afragola e Frattamaggiore della Polizia di Stato, che ieri mattina hanno sottoposto a fermo R. E.: ritenuto uno dei componenti del commando, quella notte avrebbe agito insieme ad altre due persone che restano al momento da identificare.

L'obiettivo, invece, sarebbe stato Francesco Ullaro, di recente scarcerato, storicamente legato al clan Moccia di Afragola e ai Pezzella-Ullero, che di recente sono stati coinvolti nella faida scoppiata nella vicina Frattamaggiore tra il clan Mormile e i Monfregolo. Nell'abitazione colpita, in via Belvedere, abita la figlia dell'uomo col marito e i figli minorenni.

I proiettili fermati dai vetri blindati

In casa al momento del raid erano presenti anche i figli piccoli della coppia. Numerosi i colpi esplosi: la Polizia quella notte ha repertato 22 bossoli calibro 7,62, compatibili con un'arma automatica come un Kalashnikov, e 5 da pistola, presumibilmente un'arma a tamburo. Probabilmente non si è verificata una strage soltanto grazie ai vetri blindati, che hanno bloccato o deviato gran parte dei proiettili.

Il giovane fermato sarebbe collegato a un nuovo gruppo di camorra, che starebbe cercando di ritagliarsi un proprio spazio a Cardito e nei comuni vicini e, per farlo, avrebbe scelto la via dell'azione plateale, dimostrando subito la potenza militare di cui dispone. Al fermato vengono contestati i reati di tentato omicidio, porto e detenzione di arma da guerra e di arma comune da sparo e la ricettazione, tutti reati aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di acquisire il controllo delle attività illecite nella zona.

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