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Arresti domiciliari per il senatore Luigi Cesaro, slitta la decisione del Senato

La decisione del Senato sulla richiesta del gip per gli arresti domiciliari al senatore Cesaro è stata rimandata per l’assenza del capogruppo di Forza Italia.
A cura di Nico Falco
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La Giunta delle Elezioni e delle Immunità del Senato ha rinviato la decisione sulla domanda di autorizzazione a procedere agli arresti domiciliari per il senatore di Forza Italia, Luigi Cesaro, presentata dal gip di Napoli agli inizi di settembre. Lo slittamento è arrivato in seguito alla richiesta del capogruppo di Forza Italia, Adriano Paroli, che è assente perché in missione. Il gip aveva richiesto la misura cautelare a settembre, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

L'ex presidente della Provincia di Napoli si è sempre detto estraneo alle ipotesi di reato contestate; la misura cautelare era stata emessa nell'ambito di una indagine della Dda di Napoli sul clan Puca di Sant'Antimo, comune del Napoletano di cui è originario il parlamentare. I legali di Cesaro, gli avvocati Alfonso Furgiuele e Michele Sanseverino, dopo la richiesta della misura dei domiciliari avevano commentato:

All’esito di un primo rapido esame della motivazione del provvedimento, riteniamo che esso sia meritevole di una ferma censura, sia in ordine al profilo della gravità indiziaria sia a quello dell’esistenza e permanenza attuale delle esigenze cautelari. Pertanto, indipendentemente dalla decisione che verrà adottata dal Senato in ordine alla richiesta di autorizzazione all’arresto, intendono immediatamente proporre istanza di riesame al Tribunale ‘della libertà' di Napoli.

L'istanza di revoca degli arresti, presentata dopo la richiesta della misura, era stata rigettata dal Tribunale del Riesame. Gli inquirenti contestano presunte agevolazioni che il clan camorristico avrebbe ricevuto sia dal senatore sia dai fratelli imprenditori, anche loro coinvolti nel processo, in una sorta di patto di reciproca convenienza. L'inchiesta, imperniata sugli intrecci tra politica, imprenditoria e malavita organizzata a Sant'Antimo, aveva portato a 59 misure cautelari, eseguite nel giugno 2020; in quella circostanza era stata avanzata la richiesta della misura cautelare in carcere per il senatore.

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