Appalti truccati, uno degli indagati era nell’inchiesta Bloody Money di Fanpage: escluso dagli incontri

"Ce ne sono parecchi di questo… lo nominano tre o quattro… lo chiamano Mimmo Capabianca": a parlare, in un'automobile, senza sapere di essere intercettato, è l'imprenditore Aniello Ilario; sta mostrando un video ad un suo dipendente: è quello dell'inchiesta giornalistica Bloody Money di Fanpage.it del 2019. La circostanza emerge dall'ordinanza che ha portato, ieri, a 10 arresti (tre in carcere e 7 ai domiciliari), oltre a varie misure cautelari personali, nell'ambito dell'inchiesta sul presunto "sistema Ferraro" per manipolare gli appalti nei settori rifiuti e sanificazione degli ospedali.
Il video di Bloody Money di Fanpage.it
L'episodio risale al 28 novembre 2022. L'audio del video mostrato da Ilario si sente distintamente anche perché viene riprodotto dal sistema bluetooth dell'automobile monitorata: è una delle puntate di Bloody Money, incentrata proprio sull'intreccio tra appalti e politica. E, guardando il video, Ilario fa riferimento a Domenico Romano (oggi collaboratore di giustizia), per gli inquirenti legato ai clan Alfieri e Nuvoletta; è l'uomo che, secondo la ricostruzione della Direzione Distrettuale Antimafia, Ferraro ha contattato per organizzare con lui l'infiltrazione in alcuni comuni del Casertano e nelle Asl di Caserta, Napoli 2, Napoli 3 e Benevento.
Romano escluso dagli incontri
Successivamente Ilario raggiunge Vincenzo Agizza, zio di Romano, anche lui tra gli indagati, in un altro bar. Durante il tragitto parla ancora del video: secondo le ricostruzioni vuole mostrargli quelle immagini per metterlo al corrente dei pericoli che stavano correndo e chiede che Romano non venga coinvolto negli incontri; questo, effettivamente, accade in una successiva occasione, quando Agizza e Ilario si vedono, per gli inquirenti per discutere di una gara di appalto a Frattamaggiore, e Romano aspetta in automobile. Tra i destinatari dell'ordinanza eseguita ieri ci sono sia Ilario (misura cautelare in carcere) sia Agizza (ai domiciliari); indagato anche Romano, per il quale, però, non è stata emessa misura cautelare.