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Ai Quartieri Spagnoli tre vicoli intitolati a tre cuochi che hanno scritto la storia della cucina napoletana

Si tratta di Ippolito Cavalcanti, Vincenzo Corrado e Antonio Latini, vissuti tra il Seicento e l’Ottocento, ai quali si deve buona parte della moderna cucina napoletana.
A cura di Valerio Papadia
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Vincenzo Corrado (a sinistra) e Antonio Latini
Vincenzo Corrado (a sinistra) e Antonio Latini

Napoli celebra la sua storia, anche quella gastronomica. Nella giornata di ieri, mercoledì 3 dicembre, l'amministrazione comunale ha infatti intitolato tre vicoli ai Quartieri Spagnoli, nel cuore della città, a tre eminenti cuochi, considerati anche filosofi e letterati, che hanno scritto la storia della cucina partenopea. Si tratta di Ippolito Cavalcanti, Vincenzo Corrado e Antonio Latini, vissuti tra il Seicento e l'Ottocento, ai quali si deve buona parte della gastronomia napoletana come la conosciamo oggi.

"È un riconoscimento alla storia di una cultura straordinaria, che non è soltanto la cultura del cibo che mangiamo, ma è anche la cultura delle nostre relazioni, degli affetti, della nostra salute e di ciò che ogni giorno portiamo sulle nostre tavole. Intitolare tre strade dei Quartieri Spagnoli a tre grandi cuochi – che sono stati anche intellettuali della cucina napoletana – significa rendere omaggio a questa lunga storia e a un patrimonio che continua a parlare di noi. Questo vuole essere un tributo alla nostra cultura, a uno dei motivi per cui la nostra città è rinomata nel mondo" ha dichiarato Laura Lieto, vicesindaca di Napoli con delega alla Toponomastica.

Ippolito Cavalcanti: il suo trattato con le ricette più famose della cucina italiana

Duca di Buonvicino e discendente del poeta Guido Cavalcanti (amico di Dante che compare anche nella Divina Commedia), Ippolito Cavalcanti nacque ad Afragola nel 1787 e fece parte degli "Eletti di Napoli", cerchia ristretta che concorreva al governo della città. Grande appassionato di cucina e gastronomia, nel 1837 pubblico il trattato "Cucina teorico-pratica", arricchito, due anni più tardi, dal compendio "Cusina casarinola co la lengua napolitana". Nel trattato e nel compendio sono pubblicate alcune delle ricette più note della cucina non solo napoletana, ma italiana, come i vermicelli al pomodoro, i vermicelli con le vongole e la parmigiana di melanzane. Ippolito Cavalcanti morì a Napoli nel 1859.

Vincenzo Corrado, il "cuoco galante" del Regno di Napoli

Originario di Oria, in Puglia, dove nacque nel 1736, Vincenzo Corrado fu non solo cuoco, ma un vero e proprio gastronomo, il primo a mettere per iscritto quella che poi sarebbe diventata nota come "cucina mediterranea". Attivo soprattutto alla corte del Principe di Francavilla a Palazzo Cellamare, in via Chiaia, che lo nominò "Capo dei Servizi di Bocca" della residenza – nella quale guidava cuochi e maggiordomi – Vincenzo Corrado pubblicò nel 1773 "Il cuoco galante", considerato all'epoca un libro di alta cucina e richiesto dalle principali autorità del suo tempo. Corrado morì a Napoli nel 1836.

Antonio Latini e il suo ricettario sulla gastronomia napoletana

Precedente rispetto agli altri due colleghi, Antonio Latini nacque a Fabriano, nelle Marche, nel 1642. Dopo essere emigrato a Roma, a 16 anni, in cerca di fortuna e aver imparato il mestiere del cuoco, arrivò a Napoli, dopo aver girato l'Italia, alle dipendenze del reggente Esteban Carrillo y Salsedo, che lo insignì del titolo di Cavaliere dello Speron d'oro. Tra il 1692 e il 1694 scrisse "Lo scalco alla moderna, o vero l'arte di ben disporre i conviti", opera in due volumi, ricca di illustrazioni, che contiene un ricettario completo sulla gastronomia napoletana e non. Antonio Latini morì a Napoli nel 1696.

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