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Agguato a San Giorgio a Cremano, imprenditore coinvolto nell’indagine mafie e petroli di ieri

L’imprenditore Giovanni Formisano, ferito gravemente in un agguato a novembre a San Giorgio a Cremano (Napoli), è coinvolto nell’inchiesta su mafie e petroli che ha portato alle 71 misure cautelari di ieri: l’uomo nell’ordinanza viene definito “personaggio di spicco del clan Mazzarella” e legato al giovane ras Salvatore Fido.
A cura di Nico Falco
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Nella maxi inchiesta su mafie e petroli sfociata ieri in misure cautelari per 71 persone e sequestri per circa un miliardo di euro eseguiti dalla Guardia di Finanza compare anche il nome di Giovanni Formisano, l'imprenditore rimasto gravemente ferito in un agguato di apparente matrice camorristica lo scorso 14 novembre a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli. Un attentato evidentemente organizzato per ucciderlo e con una difficile chiave di lettura: il 38enne, incensurato, non risultava legato ad ambienti criminali. Diversa è però la storia raccontata nell'ordinanza di ieri: Formisano risulta vicino al clan Mazzarella, e in particolare a Salvatore Fido detto ‘o Chio'.

Mafie e petroli, i rapporti di Formisano coi Mazzarella

Formisano, 38 anni (che non risulta destinatario di misura cautelare) viene menzionato in diversi passaggi del filone napoletano dell'inchiesta (a cui hanno lavorato in collaborazione le Procure di Napoli, Catania, Catanzaro e Roma) e viene indicato dagli inquirenti, insieme a Fido, come "personaggio di spicco del clan Mazzarella". Nell'ordinanza viene raccontato di un incontro dei due con Alberto Coppola, l'imprenditore legato al clan Moccia che aveva fatto da tramite tra il clan originario di Afragola e l'ereditiera e cantante Anna Bettozzi, in arte Ana Bettz, amministratrice della Max Petroli (poi Made Petrol) e considerata dai giudici a capo dell'organizzazione per il contrabbando di petroli; dall'inchiesta è emerso inoltre che Gabriel Garko, ingaggiato per uno spot promozionale, si era accordato per un pagamento di 250mila euro, di cui 150mila euro in nero.

L'incontro tra gli esponenti dei Mazzarella e Coppola, ricostruiscono i giudici, ci fu il 29 agosto 2018. Fido (allora latitante) e Formisano erano andati negli uffici di Coppola per pretendere da lui un "risarcimento" in quanto c'era stata "una fornitura di prodotto petrolifero transitato dal porto di Napoli per il deposito della Max Petroli commissionata da D'Agostino Felice, senza la dazione della quota spettante al clan Mazzarella". Inoltre da altre intercettazioni, rilevano i magistrati, risulta che "Formisano Giovanni detto Giancarlo per conto di Mazzarella Franco riscuote una percentuale degli illeciti guadagni rivenienti dalla commercializzazione di prodotti petroliferi da parte del gruppo Coppola". In particolare, viene riportato che Coppola a un suo interlocutore aveva precisato che per ogni autobotte commercializzata si dovevano consegnare 200 euro a Franco Mazzarella tramite Giovanni Formisano.

L'agguato a Giovanni Formisano a San Giorgio a Cremano

Giovanni Formisano fu ferito gravemente il 14 novembre 2020 in via Ugo Foscolo, fu raggiunto da diversi proiettili al torace e all'addome. Soccorso in condizioni gravissime, venne ricoverato in Terapia Intensiva. Lo scorso 7 aprile la Squadra Mobile della Questura di Napoli ha diffuso i fotogrammi dell'esecutore materiale di quel delitto e del killer che, pochi mesi prima, aveva ucciso, sempre a San Giorgio a Cremano, il 56enne Raffaele Gallo, ritenuto legato ai Mazzarella. Per gli investigatori è possibile che si tratti della stessa persona.

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Chi è Salvatore Fido, ras dei Mazzarella

Salvatore Fido, 32 anni, era stato arrestato, da latitante, il 31 ottobre 2018 a Giugliano; era accusato di essere il capo del gruppo con base a San Giovanni a Teduccio e di essere il regista dietro le stese che in quel periodo c'erano state contro gli avversari dei Rinaldi; condannato in primo grado a 14 anni, in Appello era caduta l'aggravante di essere il promotore e c'era stata una riduzione di pena di 6 anni ed era stata ammessa la continuazione di altre precedenti condanne. Della pena iniziale di 19 anni e nove mesi, quindi, Fido ne dovrà scontare allo stato attuale altri 6.

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