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A Velia scoperto un tempio di Atena con elmi e armi della battaglia di Alalia del 541 a.C.

Armi ed elmi donati come reliquie nel tempio di Atena: è la scoperta sensazionale avvenuta a Velia, durante gli scavi nell’Acropoli dell’antica Elea greca.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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L'Acropoli di Velia vista dall'alto.
L'Acropoli di Velia vista dall'alto.

Una scoperta sensazionale quella che arriva da Velia, nel Cilento: nel Parco Archeologico di Elea-Velia, alla cui guida è stata nominata pochi giorni fa la direttrice Tiziana D'Angelo, non solo è stato identificato un antico tempio dedicato alla dea Atena, ma anche che al suo interno si trovano armi ed elmi che con ogni probabilità sono reliquie offerte alla dea greca dai Focei che fondarono la città dopo la battaglia di Alalia, in Corsica, che comportò l'abbandono della città nonostante la vittoria sulle forze cartaginesi. Una scoperta sensazionale anche perché alcuni degli elmi appaiono in uno stato di conservazione che ha quasi dell'incredibile se si pensa che la battaglia avvenne tra il 541 e il 535 avanti Cristo, e dunque oltre 2.500 anni fa.

Uno degli elmi riemersi dagli scavi.
L'elmo calcidese riemerso dagli scavi.

Osanna: "Forse reliquie offerte ad Atena"

"Tutto lascia ipotizzare", commenta Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei e Direttore Avocante del Parco Archeologico di Paestum e Velia, "che in questo ambiente vennero conservate le reliquie offerte alla dea Atena dopo la battaglia di Alalia, lo scontro navale che vide affrontarsi i profughi greci di Focea e una coalizione di Cartaginesi ed Etruschi, tra il 541 e il 535 a.C. circa, al largo del mar Tirreno, tra la Corsica e la Sardegna. Liberati dalla terra solo qualche giorno fa", ha aggiunto Osanna, "i due elmi devono ancora essere ripuliti in laboratorio e studiati. Al loro interno potrebbero esserci iscrizioni, cosa abbastanza frequente nelle armature antiche, e queste potrebbero aiutare a ricostruire con precisione la loro storia, chissà forse anche l’identità dei guerrieri che li hanno indossati".

Lo stesso tempio più antico dell'Acropoli, ha spiegato Osanna, risale al 540-530 avanti Cristo, il che lascia pensare che i Focei scampati alla battaglia di Alaia "l'abbiano innalzato subito dopo il loro arrivo, dopo aver acquistato dagli abitanti del posto la terra necessaria per stabilirsi e riprendere i floridi commerci per i quali erano famosi. E alle reliquie da offrire alla loro dea per propiziarne la benevolenza, aggiunsero le armi strappate ai nemici in quell’epico scontro in mare che di fatto aveva cambiato gli equilibri di forza nel Mediterraneo". Anche il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha commentato in merito alla scoperta che "è importante continuare a investire con convinzione nella ricerca archeologica che non smette di restituire importanti tasselli della storia del Mediterraneo".

Il pavimento di quello che era il Tempio di Atena.
Il pavimento di quello che era il Tempio di Atena.

Il tempio dedicato ad Atena

Dagli scavi, è emerso che il tempio doveva essere di tipo rettangolare, lungo 18 metri ed ampio 7 metri. All'interno, il pavimento presenta tegole che, in posizione di crollo, hanno fatto riemergere ceramiche dipinti, vasi con iscrizioni "IRE" ("sacro"), e all'interno del tempio anche frammenti metallici di armi ed armature, oltre a due elmi: uno di tipo calcidese (greco) e l'altro di tipo negau (etrusco), entrambi in ottimo stato di conservazione.

La battaglia di Alalia (541-535 a.C.)

La battaglia di Alalia, combattuta tra il 541 e il 535 avanti Cristo, è uno degli avvenimenti storici più importanti prima della conquista della penisola da parte di Roma. Fu una battaglia navale che vide fronteggiarsi greci e cartaginesi al largo della Corsica, e comportò in quell'occasione una vittoria "cadmea" dei Focei (ovvero una vittoria di Pirro, espressione che sarebbe nata solo molto tempo dopo: "vittoria cadmea" è invece il termine che utilizzò Erodoto), che pagarono un prezzo altissimo e dovettero perfino evacuare Alalia, la città della Corsica dove vivevano, lasciando di fatto il Mediterraneo occidentale in mano ai cartaginesi e dovendo in qualche modo "accettare" il controllo greco su quello orientale. Di lì a poco, poi, sarebbe emersa la potenza di Roma che fece del Mar Mediterraneo un proprio "lago romano". Dopo quella battaglia, tuttavia, i Focei si spostarono poi verso l'Italia meridionale e qui alcuni di loro fondarono Elea, oggi Velia, dove ha sede il parco archeologico.

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