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A Napoli vietato avere dolore all’orecchio: rimbalzati da 4 ospedali, otorino solo di mattina

Negli ospedali napoletani impossibile trovare un otorino di pomeriggio: paziente con perforazione del timpano rimbalzata tra quattro ospedali e mandata a casa senza visita.
A cura di Nico Falco
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Otorino, che bella parola. Forse non bella come "cuoco", ma chiunque abbia mai sofferto di otite o di perforazione del timpano sa quanto possa essere insopportabile quel dolore continuo che parte dall'orecchio e coinvolge mezza faccia e fa scoppiare la testa. Ecco: se a Napoli vi venisse voglia di provare qualcosa del genere, cercate di farlo entro le 14. Questione di budget, di urgenze, di priorità: fatto sta che dopo quell'ora, pur rimbalzati tra quattro ospedali (tre dell'Asl Napoli 1 e un'azienda ospedaliera), non troverete un solo otorino e nemmeno un medico disposto a dare un'occhiata per prescrivere un farmaco che possa dare sollievo.

Quattro ospedali, nessun otorino disponibile a Napoli

Storia che inizia intorno alle 17:30 di un bel 17 agosto. La prima tappa è l'ospedale San Paolo di Napoli, dove però spiegano che l'otorino c'è solo fino alle 14 e dicono di andare al Cardarelli. All'ospedale collinare (il più grande del Mezzogiorno), stessa storia: lì lo specialista non c'è, ha finito il turno, l'unica è andare al Pellegrini, dove, dicono, c'è l'otorino al Pronto Soccorso. Ma al centro storico il cerchio si chiude: anche lì c'è solo fino alle 14, nessun medico è disponibile nemmeno per una visita generica o per dare un anti infiammatorio, quindi il consiglio è di andare al San Paolo. Di nuovo.

Alla fine una diagnosi arriva dalla Guardia Medica (che però non ha l'otoscopio per confermarla): probabile perforazione del timpano, prescrizione di antibiotico e consiglio di provare all'Ospedale del Mare. Si riparte allora verso Ponticelli, con la speranza che si possa chiamare qualcuno dal reparto. Ma anche quello è un tentativo inutile. Lì l'otorino c'era, ma fino alle 20, e ormai sono quasi le 21: "Dovevate venire direttamente qua, i colleghi degli altri ospedali non sanno niente".

L'otorino reperibile "solo per casi gravi"

Anche stavolta non c'è nulla da fare: l'otorino, quello reperibile, si può chiamare soltanto per casi gravi. E una forte infiammazione, con sanguinamento, dolore e tumefazione che ormai bloccano la faccia non rientra in questa definizione: nessuna visita, ma nemmeno un antidolorifico. Per chiamare il medico c'è bisogno di ben altro. Tipo, spiega l'infermiera dell'Ospedale del Mare, "se arriva uno che ha fatto un incidente e ha la testa tutta aperta". A quel punto, mentre in mente passano le immagini del furgone di Mezzarecchia e di Paolo Villaggio che alla fine prende per il bavero la suora e ordina in napoletano di fare l'iniezione alla madre di Aiello Raffaele ("e mettetemi presente"), l'unica è tentare di sdrammatizzare: se picchio la paziente, poi l'otorino si può finalmente chiamare?

In ospedale, però, non c'è spazio per il senso dell'umorismo. Anche perché, questo il liet motiv che pone fine a ogni discussione, "c'avete ragione, tutto quello che volete voi, ma l'otorino non ci sta, io non so che vi devo dire e adesso c'ho un Pronto Soccorso con la gente che sta male". La soluzione? Non se la prenda Totò: non sposatevi il cuoco, ma l'otorino.

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Giornalista professionista dal 2011, redattore di cronaca nera per Fanpage.it dal 2019. Precedentemente ho lavorato per i quotidiani Cronache di Napoli, Corriere del Mezzogiorno e Il Mattino.
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