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A Napoli impiantato cuore bioartificiale totale, primo intervento in Europa al Monaldi

Impiantato per la prima volta in Europa un cuore bioartificiale totale: l’intervento all’ospedale Monaldi di Napoli su un paziente di 56 anni, non idoneo al trapianto tradizionale. L’uomo si trova ora ricoverato presso la terapia intensiva cardiochirurgica, ma le sue condizioni sono considerate stabili.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Impiantato per la prima volta in Europa un cuore bioartificiale totale in un paziente: l'intervento è avvenuto all'ospedale Monaldi di Napoli, dove un uomo di 56 anni non candidabile ad un trapianto di cuore "tradizionale" si è sottoposto all'operazione ricevendo un cuore bioartificiale prodotto dalla Carmat Aeson, che è da poco uscito dalla sperimentazione clinica. L'uomo si trova ora ricoverato presso la terapia intensiva cardiochirurgica del Monaldi ed è sotto stretto monitoraggio medico. La prognosi resta riservata vista la delicatezza dell'intervento, ma le sue condizioni sono considerate stabili.

"Grazie a questo intervento sarà possibile ripristinare la funzionalità polmonare necessaria per avviare l’iter per l’inserimento in lista trapianti", ha commentato la professoressa Marisa De Feo, direttore dell'UOC di Cardiochirurgia generale e direttore del dipartimento di Cardiochirurgia e dei Trapianti, «la gestione ottimale di questa procedura è stata possibile grazie a un lavoro multidisciplinare e alla cooperazione tra chi, nel nostro dipartimento, da anni, seleziona pazienti con appropriata indicazione ad impianto di cuore artificiale totale e gli specialisti di Carmat che ci hanno seguito sia nella fase di training, avvenuta presso il laboratorio dell’ospedale ‘Georges Pompidou' di Parigi, che durante la delicata fase operatoria e perioperatoria».

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Cosa è un cuore bioartificiale

Il cuore bioartificiale totale è un «dispositivo di supporto circolatorio meccanico» con il quale sostituire, in toto, il cuore del paziente che viene chirurgicamente rimosso. Ha valvole biologiche e funziona, spiegano dal Monaldi, con dei piccoli motori elettrici che pompano il sangue nell’aorta o nell’arteria polmonare, ed è progettato per autoregolare la gittata del flusso sanguigno grazie alla presenza di sensori e software vari.

L'intervento è stato svolto dall'equipe guidata dal dottor Ciro Maiello, responsabile della UOSD Cardiochirurgia dei Trapianti, nonché composta dai cardiochirurghi Cristiano Amarelli e Viviana Galgano, dagli anestesisti Antonio Pisano e Daniela Giordano, dal personale infermieristico Carlo Bianco, Viviana Di Lorenzo e Rossella Cardenio, dai tecnici perfusionisti Ivana Almerazzo ed Emanuele Petrazzuolo e dal cardiologo Vittorio Palmieri.

Presenti anche, a supporto dell’equipe del Monaldi è intervenuto il team multidisciplinare di Carmat composto dal professor Christian Latremouille, il dottor Claude Girard e i tecnici Pauline Devaux e Josef Nowak. Soddisfatto anche il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, Maurizio De Mauro: «Siamo orgogliosi di essere stati il primo centro in Europa selezionato, dopo la fase di sperimentazione, dalla Carmat per l’impianto di questo innovativo dispositivo».

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