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Muore e si dimenticano la crioconservazione: cadavere riesumato 8 mesi dopo e spedito in Russia

L’incredibile vicenda di Giuseppe Gobbi, morto nel 2017 per un tumore, aveva firmato un contratto per la crioconservazione da 33mila dollari con una società russa, ma al momento del decesso nessuno lo sapeva o lo ricordava, così l’uomo è stato sepolto nel normale cimitero di Imperia. Otto mesi dopo spunta il contratto e si dà il via libera all’esumazione.
A cura di Giorgio Scura
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GENOVA – Le sue ultime volontà erano state chiarissime: una volta morto voglio essere mandato in Russia e "crioconservato", purtroppo i parenti dicono di non saperne nulla e viene sepolto nel normale normale cimitero di Imperia salvo poi essere riesumato e spedito in Russia otto mesi dopo la morte. Ha dell'incredibile la vicenda di Giuseppe Gobbi, guida turistica morta a nell'agosto del 2017 per un tumore al cervello. Appassionato di scienze, esperto conoscitore di lingue, tra cui anche il russo, e credendo fermamente nella possibilità di essere riportato in vita dopo la morte grazie alla crioconservazione, il signor Giuseppe si recò personalmente in Russia nella sede KrioRus. Dopo gli incontri e i colloqui, Giuseppe decise di firmare un contratto con questa società che ha anche una sede in Italia, a Mirandola, in provincia di Modena. In cambio di 33mila dollari, il corpo dell'uomo sarebbe stato prelevato dall'Italia e, con tecniche avveniristiche, congelato e trasferito nei laboratori/depositi della società russa. Qualcosa però va storto, pare – dicono i parenti – che nessuno fosse al corrente di questa scelta dell'uomo o comunque nessuno se n'è ricordato al momento giusto, così la salma venne tumulata nel normale camposanto di Imperia, dove l'uomo viveva.

Soltanto pochi giorni fa, riordinando le carte dello scomparso, ecco spuntare il contratto per la crioconservazione in Russia. Che fare quindi? Otto mesi dopo la morte ha senso parlare di crioconservazione? Secondo la società moscovita assolutamente sì. Così un paio di giorni fa, con il nulla osta delle autorità e del sindaco del paese, si è proceduto alla riesumazione.

"Per noi parenti è stata una vicenda tra l’assurdo e l’angoscioso – dice la nipote Debora Gobbi a Repubblica Genova -. Alla fine abbiamo accettato perché questo era il volere dello zio. I responsabili della società di Mosca per altro ci hanno spiegato che possono comunque attivare trattamenti di conservazione anche su corpi deceduti da diversi mesi. Non mi chieda cosa ne penso. Ci hanno anche detto che più in là potremo anche far visita a nostro zio a Mosca…".

Di solito, nelle pratiche di crioconservazione (solo tre per ora quelle note in Italia) la salma viene collocata in una cassa ghiacciata per essere spedita a Mosca. Ma questa volta il processo è iniziato con 8 mesi di ritardo e, stando ai legali della società russa, questo non sarebbe un problema. Così il corpo del signor Giuseppe è stato riesumato e, dopo un viaggio in auto e in aereo, ha raggiunto i laboratori di Mosca della KrioRus per un riposo… a termine.

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