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Violentatore seriale in monopattino a Milano: il racconto delle vittime

Le quattro ragazze aggredite, giovani tra i 19 e i 33 anni, erano al telefono quando sono state aggredite dal 21enne che si aggirava in monopattino. Camminavano sole, di notte, nella zona tra viale Ripamonti e Porta Romana.
A cura di Francesca Del Boca
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Ha 21 anni, è piemontese ma si appoggia spesso a Milano a casa della nonna, che abita nella zona compresa tra Porta Romana e viale Ripamonti.

Gli inquirenti hanno incastrato il molestatore seriale che, muovendosi in monopattino, ha aggredito almeno 4 donne nel capoluogo lombardo. Sono risaliti alla sua identità incrociando l'identikit fornito dalle vittime con le immagini delle telecamere di zona (nonché con l'elenco di chi aveva acquistato un mezzo elettrico su Amazon negli ultimi mesi).

Il filo conduttore delle aggressioni

Preziosa è stata proprio la testimonianza delle quattro ragazze, donne comprese tra i 19 e i 33 anni. Che, oltre a fornire dettagli importanti per il riconoscimento dell'aggressore, hanno anche raccontato agli inquirenti gli orribili istanti di quelle notti di paura. 

Momenti in cui si trovavano da sole, di notte, e camminavano in fretta per tornare a casa il prima possibile. Un altro filo conduttore delle aggressioni? Le giovani erano tutte al telefono. Pensando così di sentirsi più protette, vigilate seppure a distanza dal fidanzato o da un parente.

"Buttata a terra e poi girata"

"Io ero paralizzata nel corpo, per fortuna ho avuto la prontezza di urlare. Non ho detto parole ma urlavo. A un certo punto si è sentito lo scatto di un portone. Appena il mio aggressore ha sentito il rumore mi ha lasciato a terra, si è alzato ed è corso verso il monopattino che ha preso ed è scappato", ha detto la 19enne molestata in via Vallarsa (zona Fondazione Prada). Il 21enne l'aveva placcata alle spalle mentre era concentrata sullo schermo del cellulare, e così buttata a terra e poi "girata, con lui davanti a me".

La finta richiesta di informazioni

La ragazza aggredita in via Ripamonti, invece, ha riportato uno scenario diverso. Il 21enne si sarebbe prima avvicinato fingendo di chiedere informazioni e poi, approfittando di un momento di distrazione, l’avrebbe spinta "con veemenza, facendomi rovinare al suolo". Anche lei si è messa a "urlare a squarciagola" e così ha attirato l’attenzione di un ragazzo che passava in bici.

Anche in questo caso la donna era al telefono, e stava mandando un messaggio vocale. Provvidenziale, ai fini dell'indagine, dal momento che ha permesso di registrare la voce dell'aggressore durante l'assalto.

Al telefono con il fidanzato

In contatto diretto con il fidanzato si trovava anche una 29enne che rientrava a casa, sempre in quella zona. La donna è riuscita ad allontanarlo "spingendolo con le mani e urlando". Ha tentato anche di inseguirlo, ma poi si è accorta che "stava ritornando indietro proprio di verso di me". Così, terrorizzata, ha urlato di nuovo, mettendo definitivamente in fuga il giovane.

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