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Va a piedi in Svizzera per riavere il figlio rapito dalla madre: bloccato dal fiume in piena

Quando è stato salvato, ha detto ai carabinieri che stava andando a piedi al palazzo dell’Onu di Ginevra per chiedere la liberazione del figlio, rapito dalla madre e portato nei Paesi arabi. Un uomo di 42 anni, cittadino algerino, è rimasto intrappolato nei campi della Brianza a causa della piena del fiume Lambro: tratto in salvo, sta bene.
A cura di Filippo M. Capra
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Si era incamminato per raggiungere, a piedi, il palazzo dell'Onu di Ginevra, in Svizzera, con l'intenzione di chiedere aiuto per il rapimento del figlio, avvenuto nei Paesi arabi, dove l'avrebbe portato la madre. Ma qualcosa, lungo il tragitto, è andato storto. Un cittadino di 42 anni di origini algerine è rimasto bloccato nei campi del comune di Veduggio con Colzano, in provincia di Monza e Brianza, a causa della piena del fiume Lambro. Il corso d'acqua si è allargato enormemente a causa delle piogge torrenziali che hanno colpito la zona. Così, verso le dieci di sera di martedì 22 giugno, il 42enne ha telefonato ai carabinieri per chiedere aiuto.

Intrappolato dal Lambro in piena, salvato

Nella telefonata l'uomo ha dichiarato di essersi perso vicino al Lambro, cercando di fornire un'indicazione riguardo la sua posizione esatta, citando i campi di Veduggio con Colzano. Lì, dopo una lunga camminata, aveva deciso di accamparsi per la notte ma era rimasto intrappolato a causa dell'innalzamento delle acque del fiume, senza potersi riparare. Notando poi che la batteria del suo cellulare si stava spegnendo, ha effettuato uno screenshot della sua posizione pubblicando l'immagine sul gruppo Facebook "Basta figli rapiti all'estero: verità e giustizia, ci vuole coraggio". Nel frattempo i carabinieri della stazione di Besana in Brianza, aiutati dai vigili del fuoco di Carate Brianza, si sono messi sulle sue tracce, trovandolo un paio di ore dopo, verso la mezzanotte, lungo le sponde del Lambro in via Verdi di Veduggio con Colzano. L'uomo è apparso in buone condizioni ma per precauzione i militari hanno allertato un'ambulanza che l'ha trasferito in codice verde al pronto soccorso di Desio. Una volta arrivato, ha rifiutato il ricovero.

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