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Tribunale brevetti a Milano, pressing sul governo per candidatura. Sala: “Sede vicino a tribunale”

I senatori del Pd Mirabelli e Alfieri hanno presentato un’interrogazione ai ministri Di Maio e Amendola per chiedere che il governo candidi ufficialmente Milano come una delle sedi del Tribunale unificato dei brevetti europeo (Tub), al posto di Londra che dovrà rinunciare a ospitarlo a causa della Brexit. Per Sala la candidatura di Milano, “la città italiana di gran lunga più attiva sul fronte brevettuale”, risponde a criteri oggettivi: “Pur in uno scenario incerto prepariamo una sede, di fianco al tribunale”. Dopo lo smacco della mancata assegnazione della sede dell’Ema Milano potrebbe rifarsi.
A cura di Francesco Loiacono
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Il pressing bipartisan che da tempo viene fatto sul governo per candidare ufficialmente Milano come una delle sedi del Tribunale unificato dei brevetti europeo (Tub) si è concretizzato questa mattina in un'interrogazione ai ministri degli Esteri Luigi Di Maio e per gli Affari europei Vincenzo Amendola, presentata dai senatori del Partito democratico Franco Mirabelli e Alessandro Alfieri. "Una delle sezioni del Tribunale unificato integrato Ue dei Brevetti era a Londra, ma la Gran Bretagna ha appena approvato l'uscita dallo specifico accordo Ue (lo scorso 20 luglio, ndr) – hanno scritto Mirabelli e Alfieri in una nota -. Il 10 settembre il Comitato preparatorio Tub proporrà formalmente agli Stati membri di suddividere le funzioni svolte da Londra tra le sezioni di Parigi e Monaco di Baviera. Successivamente si aprirà una nuova fase in cui sarà possibile avanzare nuove candidature. E noi – hanno aggiunto i senatori del Pd – abbiamo tutte le carte in regola".

L'Italia è infatti uno dei Paesi membri dell'Ue col maggior numero di brevetti registrati: 500 sono le cause messe a ruolo ogni anno, di cui 224 solo a Milano. La centralità del capoluogo e della Lombardia in questo campo era stata sottolineata negli scorsi giorni anche dalla Regione: "Dalla Lombardia proviene ben il 34 per cento di tutte le domande di brevetti europei depositate dal nostro Paese presso l’Epo (European patent office) e presso l’Uami (Ufficio per l’armonizzazione del mercato interno)". In Lombardia sono 10mila le richieste annue di brevetti e a Milano, in via San Barnaba (vicino al tribunale), c'è già la sezione locale del Tub, che potrebbe ospitare anche il personale che deve lasciare la sede di Londra.

Sala risponde alle critiche: Prepariamo sede di fianco al tribunale

Sulla vicenda si è espresso anche il sindaco Beppe Sala: "È giusto e necessario che il nostro Paese rivendichi la sede del Tribunale dei Brevetti – ha scritto oggi su Facebook – E risponde a criteri oggettivi la candidatura di Milano, la città italiana di gran lunga più attiva sul fronte brevettuale. Il punto è come si fa a portare avanti la candidatura". Sala ha risposto agli attacchi che gli erano stati rivolti ieri dal deputato leghista Paolo Grimoldi, che lo aveva accusato per il suo silenzio criticando inoltre l'immobilismo del governo: "I leghisti usano l’unico metodo che conoscono: slogan, accuse agli altri di immobilismo, il solito parlarsi addosso – ha replicato il primo cittadino, ancora incerto sull'eventuale ricandidatura in vista delle Comunali del 2021 -. Noi facciamo le cose in modo diverso. Pur in uno scenario incerto prepariamo una sede, di fianco al Tribunale di Milano. Tramite deputati e senatori del Pd facciamo interrogazioni costruttive ai Ministeri competenti. Facciamo squadra con i rappresentanti delle imprese e dei professionisti interessati. E lasciamo ad altri la possibilità di guadagnarsi una citazione creando una polemica per ‘addetti ai lavori' invece che giocare in squadra".

Fontana aveva criticato l'immobilismo del governo

Negli scorsi giorni anche il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, aveva criticato il governo che a suo dire "non favorisce il Nord e soprattutto ignora il suo comparto produttivo e dalla forte innovazione". "Non si può perder tempo, non si può palesemente mostrare disinteresse verso un territorio che deve avere un ruolo fondamentale per il futuro dell’economia europea" aveva aggiunto Fontana annunciando l'intenzione di promuovere in settimana "ogni azione per responsabilizzare il Governo ad un’azione che tuteli un territorio da sempre locomotiva industriale del Paese". Auspica la collaborazione in sinergia di Stato, Regione e Comune la segretaria metropolitana del Pd Milano, Silvia Roggiani, che ha dichiarato: "Sono certa che nessuna città possa rappresentare meglio del capoluogo milanese l'Italia nel contesto europeo e internazionale".

Cos'è il Tribunale unificato dei brevetti

Il Tribunale unificato dei brevetti, frutto di un accordo tra diversi Paesi membri dell'Unione europea che però deve ancora entrare in vigore, è una corte che sarà in comune tra i Paesi che hanno sottoscritto l'accordo e diverrà parte del loro sistema giudiziario. Sarà competente in via esclusiva per le controversie in materia di brevetti europei e del costituendo "brevetto europeo con effetto unitario", che avrà valore in tutti i Paesi aderenti all'iniziativa. L’Accordo Tub è stato già ratificato da diversi Stati membri, tra cui l’Italia, ma sta incontrando alcune difficoltà per via del ritardo nella ratifica da parte della Germania (dove la Corte costituzionale ha dichiarato nullo l'atto con cui il Parlamento tedesco aveva approvato nel 2017 la ratifica dell'accordo) e dell'impatto della Brexit, che tra le conseguenze ha avuto l'uscita dall'accordo da parte del Regno Unito e la successiva necessità di spostare una delle tre sedi centrali previste per il Tub, quella di Londra, in un'altra città. Stando a quanto si può leggere nel più recente aggiornamento sul sito del ministero dello Sviluppo economico, il nuovo sistema potrebbe essere operativo non prima del 2022. Nel frattempo, però, il Comitato preparatorio del Tub è al lavoro per portarne avanti i lavori. Per Milano, dopo lo smacco legato alla mancata assegnazione della sede dell'Ema (l'agenzia del farmaco europeo), il Tribunale unificato dei brevetti potrebbe significare sicuramente una rivincita, soprattutto in termini di immagine ma anche di ricadute economiche.

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