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Tribunale brevetti, Tajani: “300 milioni di indotto annuo, è segno che il governo punta su Milano”

L’eventuale assegnazione a Milano della terza sede del tribunale unificato dei brevetti porrterà, per la città un indotto di circa 300 milioni di euro annui. A dirlo a Fanpage.it l’assessore alle Attività produttive Cristina Tajani, che cita uno degli studi più recenti della Commissione europea. Per l’assessore la scelta del governo di candidare Milano è il segno di come Palazzo Chigi voglia “continuare a scommettere su Milano come città capace di fare innovazione, essere il volto del Paese che si presenta in Europa in maniera competitiva”.
A cura di Francesco Loiacono
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All'indomani della decisione del governo di candidare ufficialmente Milano per ospitare la terza sede del Tribunale unificato dei brevetti (Tub), Fanpage.it ha intervistato l'assessore alle Attività produttive, commercio e lavoro di Milano, Cristina Tajani, per chiederle quali ricadute potrebbe avere questa scelta, se davvero si dovesse concretizzare, sul capoluogo lombardo.

Assessore, innanzitutto chiunque si sta intestando, come successo personale, la decisione del governo di candidare Milano come terza sede del tribunale. A chi va il merito?

Sicuramente il sindaco Beppe Sala ci ha messo del suo, anche nell'interlocuzione col governo e col presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Poi, quando ci sono dei risultati positivi, ha anche poco senso fare una gara di questo tipo. Sicuramente ciascuno ha messo del suo, anche Sala in prima persona.

Per quanto riguarda il Tribunale unificato dei brevetti (Tub) si parla di un sistema che deve ancora entrare a regime: le stime parlano del 2022 come di un orizzonte temporale plausibile. Effettivamente, a livello di indotto, quale sarà l'impatto su Milano? Ci sono studi in merito?

La Commissione europea aveva stimato un dato a regime, cioè quando il meccanismo sarà pronto, di circa 300 milioni di euro l'anno. Sicuramente è inferiore alla stima prevista per l'Ema (l'Agenzia europea del farmaco, che nel novembre 2017 venne assegnata, al sorteggio, ad Amsterdam a discapito di Milano ndr)  ma si tratta di due cose non paragonabili, due istituzioni del tutto diverse. Il fatto che alla fine sia stata scelta la città di Milano in Italia è abbastanza coerente con i dati sulla brevettazione. È noto che nel contesto nazionale Milano ha la maggioranza relativa negli ultimi anni per quanto riguarda il deposito di brevetti o progetti e processi arrivati alla soglia della brevettazione.

A proposito di Ema: si è parlato dell'assegnazione della sede del Tub come di una possibile rivincita per Milano. Ha già chiarito che in termini di indotto non sono paragonabili, ma a livello di immagine, simbolico, può avere un significato questa decisione del governo, se dovesse concretizzarsi?

Indubbiamente sì, ora si tratterà di capire se la Commissione privilegerà una logica di concentrazione delle agenzie o di divisione, equa ripartizione tra le città europee. Questo lo capiremo nei prossimi mesi: l'assegnazione non è immediata, si stima che la scelta arriverà in un anno o poco più. Ma questo consente anche di avere del tempo per affinare meglio i progetti concreti, esecutivi per l'eventuale arrivo del tribunale.

Il sindaco Sala diceva in proposito che una sede esiste già, in via San Barnaba. Non ci sarebbero dunque grossi lavori da fare.

Sì, questa è sicuramente un'ipotesi abbastanza rapida e pronta. Poi la decisione del governo è arrivata ieri, ci sarà il tempo anche nelle prossime settimane per fare valutazioni però la nostra proposta è sicuramente quella.

La scelta di Milano da parte del governo può ridare slancio a una città che, a causa del coronavirus, si era fermata?

In termini di politica nazionale è sicuramente un'attestazione da parte del governo di voler continuare a scommettere su Milano come città capace di fare innovazione, essere il volto del Paese che si presenta in Europa in maniera competitiva.

A proposito di innovazione, la sede che dovrebbe ospitare Milano è quella che riguarda principalmente i brevetti in campo farmaceutico.

Si tratta di uno dei settori più competitivi non solo di Milano ma di tutto il territorio intorno, della città metropolitana e della Lombardia. Questo significherebbe per le imprese che operano in quell'ambito – farmaceutico e scienze della vita – un risparmio in termini di costi. Quindi quando si ragiona sull'indotto non è soltanto la mole di traffico e di persone, ma anche una possibilità di risparmio per le imprese del territorio perché avendo più vicina la sede limitano le trasferte, le traduzioni e tutto ciò che implica un trasferimento.

Parlando di scienza della vita e innovazione non si può non pensare all'area Mind, l'ex area Expo che ospita lo Human Technopole. Ci sarà sinergia con il Tribunale dei brevetti? 

Sicuramente sì, qualificherebbe ancora di più il territorio milanese come un sistema integrato che ragiona e produce sulle scienze della vita. So che il presidente della Fondazione Human Technopole, Marco Simoni, ha già pubblicamente espresso la volontà di trovare sinergie tra i due progetti: questo potrebbe essere un ulteriore tema a sostegno della candidatura di Milano.

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