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Travolge e uccide Ambra De Dionigi con il furgone e fugge, il 50enne alla guida patteggia 3 anni

Ambra De Dionigi è deceduta il 22 dicembre dopo essere stata travolta da un furgone e abbandonata sul ciglio della strada a Nibionno (Lecco). Il 50enne che guidava è stato arrestato a febbraio e ora ha patteggiato 3 anni.
A cura di Enrico Spaccini
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Ambra De Dionigi
Ambra De Dionigi

Ha patteggiato una pena pari a 3 anni di reclusione il 50enne di Carate Brianza (in provincia di Monza e della Brianza) che lo scorso febbraio era stato arrestato con l'accusa di omicidio stradale aggravato. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, ci sarebbe stato lui alla guida del furgone che la sera del 22 dicembre 2024 ha travolto e ucciso Ambra De Dionigi a Nibionno (in provincia di Lecco), abbandonandola sul ciglio della strada senza chiamare i soccorsi. Il 50enne, ora agli arresti domiciliari, attraverso la sua legale Francesca Allegra ha avanzato istanza per la revoca della misura. Il giudice Salvatore Catalano, che ha pronunciato la sentenza, si è riservato la decisione.

L'incidente mortale a Nibionno

De Dionigi aveva trascorso la serata del 22 dicembre a casa di amici a Nibionno. La 29enne era poi uscita per una passeggiata, senza più fare ritorno. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato la mattina seguente dai dipendenti di una ditta che si affaccia lungo il controviale della statale 36, dove era avvenuto l'incidente.

Attraverso un filmato registrato da un impianto di videosorveglianza di un'azienda della zona, gli investigatori sono riusciti a ricostruire la dinamica di quanto accaduto. La 29enne stava camminando vicino al bordo della carreggiata, quando un furgone bianco è passato di lì tra la nebbia e le condizioni meteo avverse. Poco lontano dal corpo di De Dionigi erano stati rinvenuti alcuni frammenti che avevano permesso ai carabinieri di individuare con maggior precisione il veicolo che l'ha investita e, grazie ad alcune testimonianze, sono riusciti a risalire al furgone.

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L'arresto del 50enne e il patteggiamento

Il mezzo era stato riportato dal 50enne alla sede dell'azienda per cui lavorava e non avrebbe fornito spiegazioni circa le ammaccature presenti sulla carrozzeria. Gli investigatori, però, avrebbero trovato incastrato tra le lamiere un pendaglio riconducibile alla vittima, vicino al parabrezza.

Il 50enne, che ha sempre sostenuto di non essersi accorto di aver investito De Dionigi, è stato arrestato con l'accusa di omicidio stradale aggravato dalla fuga e posto agli arresti domiciliari. Questa mattina, 1 luglio, il gup Catalano del Tribunale di Lecco ha accolto la richiesta di patteggiamento a 3 anni e ora dovrà valutare se revocare la misura degli arresti domiciliari come richiesto dalla difesa dell'imputato. Ai parenti della 29enne, intanto, è stato riconosciuto un diritto al risarcimento, che dovrà essere stabilito in sede civile.

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