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Tortura con il deodorante spray la figlia di 17 mesi, la mamma va a processo immediato

La mamma 27enne accusata di aver torturato la figlia di 17 mesi con il deodorante spray andrà a processo con rito immediato. La prima udienza si terrà il 23 giugno. Intanto, è stato aperto il procedimento per dichiarare la adottabilità della bambina.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

La mamma 27enne arrestata lo scorso 3 febbraio per maltrattamenti aggravati sulla figlia di 17 mesi andrà a processo con rito immediato. Lo ha deciso il gip di Milano che ha accolto la richiesta formulata dalla Procura. Le indagini coordinate dal pm Pasquale Addesso hanno permesso di ricostruire come negli ultimi 6 mesi la bambina sia stata ricoverata in tre ospedali diversi. I medici le hanno riscontrato lesioni che, secondo l'accusa, sono state procurate dalla stessa 27enne che le spruzzava il deodorante spray a distanza ravvicinata.

Ora la difesa potrà decidere se chiedere il rito abbreviato o andare a processo ordinario. La prima udienza è stata fissata al 23 giugno.

Le immagini delle violenze

Le violenze sono state documentate da numerose immagini e dalle 80 foto trovate nel cellulare della donna. Gli investigatori hanno piazzato diverse microcamere che hanno registrato i momenti in cui la 27enne di Varese avrebbe causato le lesioni alla figlia.

Lei si è difesa sostenendo di non pensare di starle facendo del male, "volevo solo aiutarla". Le immagini catturate di nascosto nel bagno della stanza d'ospedale, però, hanno documentato come la 27enne si chiudeva la porta alle spalle e, controllando di non essere vista dal personale sanitario e dal padre della bambina, spruzzava lo spray sulla neonata.

"Inquietante personalità"

I video la ritraevano mentre tirava fuori una bomboletta di deodorante da un calzino e spruzzava vicino alla pelle della bambina. La 27enne avrebbe mostrato così una "inquietante personalità" e una "impressionante capacità di violenza".

Nel frattempo, è stato aperto un procedimento per dichiarare la adottabilità della bimba. La piccola al momento si trova in una comunità protetta. La madre, infatti, è in carcere e il padre, stando alle indagini, non sarebbe intervenuto per impedire quei comportamenti da parte della donna.

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