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“Ti faccio lavorare come colf”, ma poi la sequestra e stupra la notte di Natale, 39enne a processo

È stato rinviato a giudizio l’uomo di 39 anni che è accusato di sequestro di persona e violenza sessuale aggravata dopo che la sera del 25 dicembre 2020 ha chiuso in casa e stuprato una donna di 44 anni. L’uomo ha detto che la donna fosse consenziente, ma il giudice non gli ha creduto e ha respinto anche l’istanza di scarcerazione.
A cura di Ilaria Quattrone
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È stato rinviato a giudizio l'uomo di 39 anni che è accusato di sequestro di persona e violenza sessuale aggravata dopo che la sera del 25 dicembre 2020 avrebbe chiuso in casa e stuprato una donna di 44 anni. "Vieni, ti faccio lavorare come colf": le aveva detto in una telefonata per farla arrivare nel suo appartamento in un comune in provincia di Varese. Il giudice delle udienze preliminari del tribunale di Busto Arsizio, Stefano Colombo, ha così deciso per il processo. L'aggravante inoltre è stato dato perché la vittima aveva dei problemi psicologici.

Ha patteggiato anche una condanna per detenzione di stupefacenti

Oltre alle accuse di stupro, il 39enne ha patteggiato – secondo quanto riportato dal quotidiano "La Repubblica" – una condanna a un anno di carcere e una multa di 2.400 euro per detenzione di sostanze stupefacenti. Nella sua casa è stata trovata della cocaina. Sulla base di quanto ricostruito dal pubblico ministero di Busto Arsizio, Francesca Parola, il 39enne ha immobilizzato la vittima. Le ha bendato gli occhi e l'avrebbe legata con del nastro adesivo, bloccandole mani e tappandole la bocca. Subito dopo l'ha violentata.

Cos'è successo la notte di Natale

La donna poi, fortunatamente, è riuscita a svincolarsi, a prendere il cellulare e chiedere aiuto. Un amico ha dato quindi l'allarme e sul posto sono intervenuti i carabinieri. Il 39enne ha fatto finta che non stesse accadendo nulla, ma i militari sono riusciti a intravedere la donna. Dopo averla salvata e trasportata in ospedale, hanno arrestato in flagranza di reato l'uomo che è stato portato in cella. La donna è assistita dagli avvocati Iacopo Viola e Silvia Galli. Durante l'udienza, il 39enne ha sostenuto che la 44enne fosse consenziente. Il giudice però ha respinto l'istanza di scarcerazione. Tra qualche mese inizierà il processo.

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