Studente prende 6 in condotta, i genitori fanno ricorso al Tar ma vince la scuola: “Questione di educazione”

“Quel sei in condotta è una questione di educazione, non di apprendimento”. È questo il parere che è stato espresso dal Tribunale amministrativo regionale della Lombardia a fronte del ricorso presentato al Tar da una famiglia dopo il 6 in condotta sulla pagella del figlio.
Stando a quanto appreso, il caso si sarebbe verificato a Carate Brianza, all'Istituto superiore Leonardo da Vinci, durante l'anno accademico 2021-2022. All'epoca lo studente era stato promosso alla fine del primo anno con un 6 in condotta per "comportamenti non consoni all’ambiente scolastico" che, tra l'altro, lo avrebbero visto al centro di episodi di bullismo e cyber bullismo. I genitori avevano ritenuto tale valutazione sproporzionata al comportamento del figlio e avevano sostenuto che il giovane fosse stato “discriminato per i suoi disturbi di apprendimento di cui la scuola non aveva tenuto conto nonostante la predisposizione di un apposito piano didattico personalizzato”. Su queste basi i due genitori avevano quindi deciso di fare ricorso al Tar.
Il Tribunale amministrativo regionale ha, però, rigettato la richiesta dichiarando che “il voto sul comportamento esprime un giudizio che l'autorità scolastica rende in ordine ad aspetti non solamente didattici ma, prima ancora, formativi ed educativi”. Il Tar ha dato quindi ragione ai prof: il 6 in condotta è legato all’educazione e non, invece, alla didattica.