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Sesto San Giovanni: in attesa delle vaccinazioni in azienda nasce l’hub Multimedica-Campari

Nella giornata di oggi, venerdì 7 maggio, è stato inaugurato a Sesto San Giovanni (Milano) un hub vaccinale dedicato alle vaccinazioni per le aziende. La struttura nasce dalla collaborazione tra il laboratorio Multimedica e Campari Group. Il centro – quando partiranno le somministrazioni per le aziende – potrà garantire duemila vaccinazioni al giorno.
A cura di Ilaria Quattrone
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L'interno dell'hub vacicnale
L'interno dell'hub vacicnale

In attesa dell'inizio delle vaccinazioni nelle aziende a Sesto San Giovanni, comune in provincia di Milano, è stato inaugurato – nella mattinata di oggi venerdì 7 maggio – il centro vaccinale corporate MultiMedica Marelli che vede la collaborazione tra il Gruppo MultiMedica e Campari Group. Per la creazione del centro sono stati riconvertiti gli spazi di un immobile dismesso della sede della Ercole Marelli.

Il centro potrà garantire duemila somministrazioni al giorno

Il centro è grande circa duemila metri quadri, ha dieci linee vaccinali e potrà garantire fino a duecento somministrazioni all'ora arrivando così a duemila vaccini al giorno. La struttura sarà aperta da lunedì a sabato, dalle 8 del mattino e fino alle 10 ed è facilmente raggiungibile sia con i trasporti pubblici che privati: “Il Centro Vaccinale MultiMedica Marelli è il primo hub pensato ad hoc per le aziende, che potranno immunizzare qui i loro collaboratori”, ha affermato Daniele Schwarz, Amministratore Delegato del Gruppo MultiMedica. Presenti all'inaugurazione anche Gabriele Rabaiotti, Assessore alle Politiche sociali e abitative del Comune di Milano, e Roberto Di Stefano, Sindaco di Sesto San Giovanni.

Come potrebbero funzionare le vaccinazioni in azienda

Le vaccinazioni nelle aziende potrebbero partire già i primi di giugno quando saranno completate quelle tra gli over 65. A sostenere che le prossime categorie saranno le classi produttive – circa 16 milioni di lavoratori – è stato lo stesso commissario straordinario, il generale Francesco Paolo Figliuolo. Dovrebbero avere priorità le attività che registrano il più alto numero di infortuni e morti per l'infezione contratta sul luogo di lavoro. Potrebbe però influire anche il livello di rischio della Regione dove si lavora. Al momento il piano di somministrazione potrebbe prevedere che le aziende più grandi chiedano direttamente i vaccini alle Regioni mentre quelle più piccole potrebbero appoggiarsi alle associazioni di categoria.

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