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Regione Lombardia sventa un altro attacco hacker ai Datacenter: preservati i dati dei cittadini

Nuovo attacco hacker ai danni dei Datacenter di Regione Lombardia. Come per la volta scorsa, registrata in data 15 ottobre, l’attacco è arrivato da informatici di Paesi esteri. Come fa sapere Regione, l’offensiva è arrivata con un’intensità “di tre volte superiore”. Preservati i dati sensibili dei cittadini.
A cura di Filippo M. Capra
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Nuovo attacco hacker ai danni dei Datacenter di Regione Lombardia. Come per la volta scorsa, registrata in data 15 ottobre, l'attacco è arrivato da informatici di Paesi esteri. Come fa sapere Regione, l'offensiva è arrivata con un'intensità "di tre volte superiore" ma i server e le difese del sistema di Aria hanno tenuto, preservando i dati sensibili dei cittadini lombardi. Negli scorsi mesi, anche i server di Regione Lazio erano stati presi di mira dagli hacker che avevano creato un virus ad hoc per estorcere denaro.

Nuovo attacco hacker a Regione Lombardia, dati sensibili protetti

Nella nota, Aria spa fa sapere che "anche in questo caso non c'è stato nessun rischio per la riservatezza e l’integrità dei dati dei cittadini". L'attacco hacker è stato "prontamente bloccato grazie al monitoraggio continuo ed all’intervento dei nostri tecnici". Alle cinque di questa mattina tutto era tornato alla normalità ma non è escluso che nei prossimi giorni gli hacker possano ripetere l'attacco.

Il 15 ottobre scorso la prima offensiva informatica

Anche in occasione dell'attacco del 15 ottobre scorso, Regione Lombardia era riuscita ad annullare l'operato degli hacker denunciando l'accaduto alle forze dell'ordine e alle autorità competenti che hanno avviato le indagini. L'episodio aveva immediatamente rimandato all'attacco hacker subìto da Regione Lazio, i cui server sono stati presi di mira e bloccati da un gruppo di anonimi provocando non pochi problemi ai cittadini nel corso della prenotazione della propria dose (fosse essa prima o seconda) del vaccino anti Covid. In quel caso, la polizia postale e la Procura avevano appurato che il malware fosse un virus creato ad hoc per estorcere denaro.

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