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Record dei contagi Covid in Lombardia, l’infettivologo del Niguarda: “Non mi aspetto che sia il picco”

Il professor Massimo Puoti, direttore di Malattie infettive dell’ospedale Niguarda, a Fanpage.it spiega che il picco dei contagi Covid potrebbe ancora arrivare. Bisogna attendere dieci giorni per capire se si tradurrà in un incremento anche dei ricoveri.
A cura di Giorgia Venturini
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Foto di repertorio
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Preoccupa in Lombardia l'aumento dei nuovi contagi arrivati oggi a quasi 13mila nuovi positivi in 24 ore, per la prima volta dall'inizio della pandemia. L'impennata dei nuovi casi ha mandato in tilt il sistema di tracciamento: bisogna attendere ore per un tampone. Nota positiva al momento però è che il picco di contagi non si sta traducendo (per ora) in un picco di ricoveri. Ma potrà accadere in futuro? Cosa sta succedendo in Lombardia? Lo ha spiegato a Fanpage.it il professor Massimo Puoti, direttore della struttura complessa di Malattie infettive dell'ospedale Niguarda.

Direttore, come spiega questo record dei casi in Lombardia?

L'ipotesi è che questo aumento dei casi sia dovuto a un inizio della circolazione della variante Omicron, più contagiosa rispetto alle precedenti. Dobbiamo però considerare il fatto che questa variante si sviluppa a macchia di leopardo, in alcune zone è più concentrata rispetto ad altre: la media italiana dei casi Omicron – secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità – è del 28 cento, mentre in Lombardia questa media è molto più alta, siamo al 40 per cento dei nuovi casi. Il problema è che un numero di casi così alto mette in difficoltà il tracciamento e la diagnostica. Discorso a parte l'incremento dei ricoveri in ospedali.

Questo picco di contagi va in parallelo con quello dei ricoveri?

L'aumento del numero di ricoveri non segue in maniera immediata quello dei contagi. I ricoveri riflettono quanto accade sui contagi una settimana dopo. Quindi bisognerà attendere settimana prossima per capire se questo incremento dei casi corrisponderà anche a un incremento delle ospedalizzazioni.

Qualche ipotesi?

Ci sono oggi dati scozzesi, dove Omicron sta circolando da più tempo, che hanno dimostrato che la variante Omicron rappresenta un terzo della ospedalizzazione di quella Delta: ovvero il 70 per cento in meno. Se è vero, dunque, che questo incremento dei dati sia dovuto alla diffusione della variante Omicron è molto probabile, secondo questi studi, che non si verificherà un così grave incremento dei ricoveri.

A Milano i contagi nei prossimi giorni saranno sempre più alti?

I contagi aumenteranno perché si sta innescando questa nuova variante più contagiosa. Non mi aspetto che questo sia il picco, contando che durante le feste le persone si incontrano e si possono contagiare. Il problema è che se aumentano solo i contagi si avranno una serie di problemi, basti pensare a medici o autisti dei mezzi pubblici costretti a casa in quarantena, ma se aumenteranno anche i ricoveri gli ospedali potranno andare in difficoltà. Ma per ora tutto resta sotto controllo. Speriamo che che i dati scozzesi siano giusti così da non dovere avere un incremento delle ospedalizzazione così forte come quello dei contagi.

Omicron colpisce di più i giovanissimi?

Questa variante colpisce più gli under 40 perché ci si muovo di più, si spostano. Ora, come durante le altre ondate Covid, è necessario mantenere il distanziamento e indossare le mascherine: è molto importante anche per i vaccinati. Sono regole che devono rispettare tutti.

Questa variante colpisce anche i vaccinati?

Sì, perché la protezione di due dosi di vaccino Covid fatte ormai mesi fa si è abbassata e la variante Omicron è molto contagiosa.

Quali possono essere le soluzioni?

La strategia è quella di fare la terza dose con vaccino Moderna a dose piena e non mezza come si sta procedendo ora. Altra soluzione è quella di anticipare la terza dose: ridurre i tempi dunque tra la seconda e la terza dose. Possono essere due armi vincenti per impedire il contagio e l'ospedalizzazione. Sarà importante, inoltre, in brevissimo tempo rendere disponibili i farmaci anti virus per ridurre il rischio dei ricoveri: il farmaco funziona nelle primissime ore successive al contagio per questo soprattutto per i fragili è necessario diagnosticare il Covid entro 24 ore e dar loro in brevissimo tempo la pastiglia.

Come stanno andando i ricoveri all'ospedale Niguarda?

Qui in ospedale siamo sotto pressione, riusciamo a tenere tutto sotto controllo grazie alla buona volontà di tutti. C'è una pressione tipica del periodo, ovvero anche tanti ricoveri di pazienti no Covid e molti pazienti Covid hanno altre patologie.

Sono tanti i pazienti no vax?

I pazienti no vax ci sono sempre, hanno sintomi gravi. Anche in questo caso l'effetto Omicron sui non vaccinati lo vedremo tra una decina di giorni. Cerchiamo di spiegare loro con pazienza come li cureremo: bisogna cercare di curarli nel miglior modo possibile. È l'unica cosa che conta per noi medici.

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