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Ragazzi investiti e uccisi da auto dopo una lite in discoteca, i giudici: “Fu omicidio volontario”

La Corte d’appello di Brescia ha condannato per omicidio volontario a undici anni e quattro mesi – più altri quattro mesi per guida in stato di ebbrezza – Matteo Scapin, l’uomo che investì e uccise nell’agosto del 2019 i giovanissimi Matteo Ferrari e Luca Carissimi ad Azzano San Paolo, comune in provincia di Bergamo.
A cura di Ilaria Quattrone
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Luca Carissimi e Matteo Ferrari
Luca Carissimi e Matteo Ferrari

La Corte d'appello di Brescia ha condannato a undici anni e quattro mesi – più altri quattro mesi per guida in stato di ebbrezza – Matteo Scapin, l'uomo che investì – dopo una lite in discoteca – i giovanissimi Matteo Ferrari e Luca Carissimi morti nell'agosto 2019 ad Azzano San Paolo, comune in provincia di Bergamo. La sentenza è stata pronunciata venerdì 14 maggio.

La difesa: Pronti a fare ricorso in Cassazione

"Mio figlio e Luca non torneranno più e un terzo uomo ha la vita rovinata": a dirlo – stando a quanto riportato dal quotidiano "Il Corriere della Sera" è il padre di Matteo, Alessio Ferrari commentando così la decisione dei giudici di secondo grado. Venerdì infatti la sentenza in Corte d'appello ha ribaltato quanto aveva stabilito il tribunale di Bergamo lo scorso settembre: Scapin era stato condannato in primo grado a sei anni e otto mesi per omicidio stradale. Per i giudice di Brescia invece l'omicidio non è da ritenersi stradale – e quindi colposo -, ma volontario. Nelle prossime settimane arriveranno le motivazioni della sentenza. Intanto i legali dell'uomo hanno affermato di essere "pronti a fare ricorso in Cassazione".

Cosa successe nell'agosto del 2019

Quella notte i due ragazzi passarono la serata in una discoteca ad Orio al Serio. Proprio nel locale esplose una lite tra i due e Scapin. Di ritorno a casa, i due furono speronati dalla Mini Cooper guidata dall'uomo. L'impatto e la seguente caduta dal motorino furono violentissime: Luca morì quella stessa notte in ospedale mentre Matteo il giorno dopo. Subito dopo l'incidente, l'investitore fuggì per poi presentarsi la mattina seguente in Commissariato costituendosi.

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