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Medico arrestato per omicidio pazienti Covid

Primario accusato di aver ucciso dei pazienti Covid: la Procura chiede che venga processato

La Procura di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio per Carlo Mosca, l’ex primario del pronto soccorso di Montichiari, che lo scorso gennaio è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso due pazienti Covid, iniettando farmaci letali, durante la prima ondata di pandemia e di aver falsificato le cartelle mediche.
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A cura di Ilaria Quattrone
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Medico arrestato per omicidio pazienti Covid

La Procura di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio per Carlo Mosca, l'ex primario del pronto soccorso dell'ospedale di Montichiari (Brescia) che lo scorso gennaio è stato arrestato con l'accusa di aver ucciso due pazienti malati di Covid-19 e di aver falsificato le loro cartelle cliniche. A stabilire se vi sarà un processo o meno sarà il giudice dell'udienza preliminare Alessandra Sabatucci il 17 settembre. Mosca continua a essere agli arresti domiciliari: per tre volte ha chiesto l'annullamento della misura cautelare e per tre volte questa è stata rigettata.

Le accuse all'ex primario del pronto soccorso

L'inchiesta è condotta dal pubblico ministero Federica Ceschi. Dalle indagini è emerso che durante la prima ondata di Covid-19, il medico avrebbe eseguito iniezioni letali al 61enne Carlo Bassi e al 79enne Angelo Paletti: entrambi sono infatti morti tra il 20 e il 22 marzo dopo aver ricevuto della siccinilcolina e del Propofol. Questi farmaci, se iniettati a pazienti intubati o con difficoltà respiratorie, possono essere mortali. Le indagini erano iniziate grazie alla denuncia di un infermiere che aveva raccontato di aver avuto frequenti litigi con Mosca per essersi rifiutato di fare iniezioni del genere.

La difesa del medico

Nelle carte dell'ordinanza di custodia cautelare, sono emerse anche diverse conversazioni tra il personale su Whatsapp: in molti lamentavano che il primario chiedeva loro di fare iniezioni con i suddetti farmaci. L'uomo, una volta saputo delle indagini, avrebbe anche chiesto agli stessi infermieri e colleghi di mentire per lui. Fin dall'inizio, il medico ha affermato di essere innocente e di non sapere come siano finiti i medicinali nei due pazienti. Ha inoltre sostenuto di non aver mai manomesso le cartelle cliniche affermando di non aver scritto delle sostanze perché non ne sapeva nulla. Il gip invece nell'ordinanza aveva scritto che sulla base delle indagini era emerso come Mosca avesse agito consapevolezza e "con piena volontà di uccidere". 

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