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Medico arrestato per omicidio pazienti Covid

Medico arrestato per omicidio di pazienti Covid, gip: “Piena consapevolezza e volontà di uccidere”

Non errori, ma atti deliberati con la piena “consapevolezza” e “la volontà di uccidere”: a dirlo nell’ordinanza di custodia cautelare è il giudice per le indagini preliminari di Brescia che ha disposto l’arresto di Carlo Mosca, il primario facente funzioni del pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari accusato di aver indotto la morte in due pazienti Covid con farmaci letali.
A cura di Ilaria Quattrone
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Il dottor Mosca ha somministrato farmaci letali "non per un intollerabile leggerezza, imprudenza o inescusabile imperizia" ma "nella piena consapevolezza dei presupporti della sua condotta" e con "la volontà di uccidere": a scriverlo nell'ordinanza di custodia cautelare è il giudice per le indagini preliminari Angela Corvi che ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di Carlo Mosca, il primario facenti funzioni del pronto soccorso dell'ospedale Montichiari di Brescia accusato di aver ucciso due pazienti Covid somministrando farmaci paralizzanti.

Un infermiere: "Ho dovuto fermarlo per limitare il numero dei morti"

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, il medico avrebbe somministrato volontariamente le medicine. Un modus operandi di cui però tanti sarebbero stati a conoscenza. Nell'ordinanza si legge infatti che diversi infermieri e operatori socio-sanitari si erano confrontati circa l'utilizzo spropositato del farmaco "Succinilcolina" e del Propofol, il "trattamento" usato da Mosca. Lo stupore era dovuto al fatto che questi medicinali, a effetto anestetico, vengano utilizzati su pazienti che necessitano di essere intubati. Un loro uso eccessivo potrebbe provocare insufficienza respiratoria e infine l'arresto cardiaco fino alla morte. In una conversazione, un infermiere avrebbe rivelato di aver dovuto fermare il primario "per limitare il numero dei morti".

Le vittime morte a causa della somministrazione di farmaci paralizzanti

Mosca è accusato di aver provocato il decesso di due pazienti: Natale Bassi e Angelo Paletti, morti tra il 20 e il 22 marzo. Nel primo caso, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, la vittima – per quanto fosse grave – non versava in condizioni tali da poter morire nell'arco di cinque minuti, come invece è successo dopo l'intervento del primario. Eppure il 20 mattina Bassi avrebbe avuto una crisi respiratoria. Il dottor Mosca avrebbe quindi chiesto agli Oss e agli infermieri di portargli la succinilcolina e di "lasciarlo da solo in stanza con la vittima". Bassi sarebbe poi morto da lì a poco e un altro medico avrebbe scritto nella cartella clinica che il decesso era stato causato da "un improvviso arresto cardiocircolatorio". Lo stesso addirittura si sarebbe sorpreso della morte e avrebbe affermato che "in condizioni normali avrei chiesto un esame diagnostico".

Per quanto riguarda la seconda vittima, Paletti Angelo, anche in questo caso l'autopsia ha rivelato che una "grave depressione respiratoria" sarebbe stata causata dagli stessi fermarci utilizzati con Bassi. Gli inquirenti sostengono che il primario avrebbe falsato anche in questa occasione la cartella clinica mostrando condizioni ben più gravi rispetto a quelle in cui versava la vittima. Dal verbale del 118 risulta infatti che "il signor Paletti era cosciente", parlava e non poteva definirsi "un paziente morente".

Mosca avrebbe chiesto ai colleghi di dichiarare il falso

La tesi degli inquirenti è rafforzata ancora da quanto sostenuto dagli infermieri. Il giorno successivo alla morte di Paletti, avvenuta il 22 marzo, gli operatori hanno affermato di aver trovato nel cestino dei rifiuti i farmaci utilizzati già precedentemente con il signor Bassi. Uno degli infermieri ha inoltre scattato una foto, adesso nelle mani delle forze dell'ordine, e l'ha inoltrata su whatsapp a un collega. A lui ha poi chiesto se il dottor Mosca gli avesse mai ordinato di somministrare quei farmaci: "Scusami ma non so che pensare perché qua a tutti sembra normale la cosa", ha scritto. Il collega avrebbe rivelato che Mosca gli avrebbe chiesto di somministrare farmaci a diversi pazienti, ma di aver rifiutato scatenando poi un litigio con il primario: "La situazione del paziente era critica". L'infermiere però avrebbe rifiutato consigliando al medico il ricovero considerato che "c'erano ancora posti letto disponibili".

Per gli inquirenti se il medico non avesse somministrato quei farmaci, probabilmente i pazienti non sarebbero morti. Ed è proprio per questo che sostengono che il dottor Mosca avesse volontariamente deciso di "sopprimere i pazienti" approfittando anche delle condizioni critiche in cui l'ospedale di Montichiari versava: in quel mese, infatti, la struttura sanitaria era stata investita dalla prima ondata di Coronavirus.

La condotta illecita è aggravata anche dall'aver più volte chiesto, prima di somministrare la sostanza, di lasciarlo solo con i pazienti che da lì a poco sarebbero poi morti. Il giudice ha poi ritenuto di disporre l'ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari per il pericolo di inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Saputo delle indagini, avrebbe avvicinato il personale per chiedere di rivelare agli inquirenti una versione unica istigandoli a dichiarare il falso. Avrebbe poi ricercato di risalire ai nomi degli infermieri che avevano collaborato con lui in quei giorni. Inoltre, svolgendo ancora la funzione di primario, c'era il pericolo che uccidesse ancora.

La nota dell'Asst Spedali Civili

Nell’apprendere, questa mattina, del provvedimento nei confronti del Dr. Carlo Angelo Mosca, Responsabile del Pronto Soccorso di Montichiari, La Direzione lo ha oggi stesso sospeso dal servizio, incaricando quale Responsabile il Dr. Ciro Paolillo, Direttore del Pronto Soccorso di Brescia, Medico di comprovata esperienza clinica ed organizzativa, per il tempo che si renderà necessario a garantire la continuità del Servizio.

Il Dr. Paolillo sarà supportato, nel coordinamento dei Pronto Soccorso aziendali, dal Direttore del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione e Emergenza e Urgenza, Dr. Gabriele Tomasoni. L’ASST Spedali Civili collabora con la Procura, che sta conducendo le indagini, nell’auspicio che rapidamente vengano chiariti i fatti. I professionisti del Presidio di Montichiari, ai quali la Direzione esprime la propria vicinanza, continuano a garantire cure di qualità, lavorando con l’impegno e la passione che li contraddistinguono, per affrontare la pandemia in atto e garantire le cure necessarie a tutti i cittadini.

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