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Perché è stata scarcerata Liliana Barone, accusata dell’omicidio di Carlo Gatti: cosa succede

Liliana Barone è stata arrestata a febbraio 2024 accusata dell’omicidio di Carlo Gatti, l’anziano trovato morto con una ferita alla testa nella sua casa in provincia di Pavia. Dopo un anno e mezzo di custodia cautelare in carcere, il giudice le ha concesso gli arresti domiciliari. Cosa sta succedendo.
A cura di Giulia Ghirardi
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Dopo quasi un anno e mezzo di carcere, il giudice ha concesso gli arresti domiciliari a Liliana Barone, la donna accusata dell’omicidio di Carlo Gatti, trovato senza vita con evidenti ferite alla testa nella camera da letto della sua abitazione a Colli Verdi, un comune di neanche 1000 abitanti in provincia di Pavia, il 4 febbraio 2024.

Durante l’ultima udienza che si è tenuta lo scorso 30 luglio, la Procura ha confermato la richiesta di 14 anni e 4 mesi di carcere per omicidio volontario. La sentenza arriverà il prossimo 30 settembre.

La morte di Carlo Gatti e l'arresto di Liliana Barone

A dare l'allarme della morte di Carlo Gatti era stata proprio Liliana Barone che, al tempo, viveva con l'89enne di cui si prendeva cura. All'arrivo dei carabinieri, la 45enne era stata trovata in evidente stato confusionale: parlava di un incidente che sarebbe stata la causa della morte dello zio del suo ex marito.

Il giorno seguente, il 5 febbraio 2024, Barone era stata arrestata con l'accusa di omicidio nonostante il movente e la dinamica dei fatti fossero ancora da chiarire e nonostante la donna si fosse sempre dichiarata innocente. Il pm Paolo Mazza aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per la donna in base al rischio di reiterazione del reato.

Dopo l'interrogatorio di garanzia nella casa circondariale di Vigevano, la gip del Tribunale di Pavia Daniela Garlaschelli, aveva poi confermato la custodia cautelare in carcere per Baroni. Laura Sforzini, avvocata della donna, si era quindi rivolta al Tribunale del riesame per chiedere la scarcerazione della sua assistita, ma il tribunale aveva rigettato l’appello cautelare.

La scarcerazione di Liliana Barone

Da quel momento la 45enne è rimasta in cella. Oggi, dopo quasi un anno e mezzo di carcere e svariate richieste della difesa, il giudice ha, infine, concesso gli arresti domiciliari per Liliana Barone che, al momento, si trova in una casa di Colli Verdi con il divieto di allontanarsi. Nelle motivazione il giudice ha parlato di “significativa modificazione in ordine alle esigenze cautelari, in ragione dello sviluppo dell’udienza preliminare e della difficile ripetibilità di fatti analoghi” e del pericolo di fuga. La sentenza del processo arriverà il prossimo 30 settembre.

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