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Omicidio Ziliani, gli insulti di Silvia al fidanzato Mirto dopo la sua confessione: “Non sai cosa ti farei”

Confessando l’omicidio al compagno di cella, Mirto Milani ha rotto il silenzio promesso alle due figlie di Laura Ziliani anche loro in carcere. Silvia Zani a Mirto scrive lettere di insulti: “Non sai cosa ti farei”.
A cura di Giorgia Venturini
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C'era un accordo e tutto doveva procedere secondo i piani. Dopo l'omicidio di Laura Ziliani, il "trio criminale" sarebbe candito nel silenzio più totale. Né una parola con gli amici, né tra di loro su quanto accaduto. Il castello di indifferenza e silenzio è caduto dopo che Mirto Milani ha confessato l'omicidio al suo compagno di cella.

Le lettere di Silvia Zani a Mirto Milani

La confessione, ripresa dai microfoni installati nella cella, finisce così sulle carte di chiusura indagini firmata dal pubblico ministero Caty Bressanelli. A leggerla è anche la fidanzata Silvia Zani, la figlia dell'ex vigilessa Laura Ziliani in carcere insieme alla sorella Paola e a Mirto con l'accusa di omicidio. Da lì a poco i tre confesseranno tutto uno dietro l'altro davanti agli inquirenti.

Silvia Zani si è sentita tradita dal fidanzato e inizia a scrivere lettere di insulti rivolte al ragazzo perché aveva rotto il silenzio con il compagno di cella. "Non sai cosa ti farei", scrive l'imputata e come riporta Il Giornale di Brescia.

La confessione di Mirto al compagno di cella

La prima confessione è quella da parte di Mirto al compagno di cella che agli inquirenti prima e in tv poi racconta la loro chiacchierata: "Mirto non ha mai dubitato di me, così come non ha mai mostrato pentimento per quello che è stato commesso. Anzi".

La confessione però non arriva subito: Mirto all'inizio racconta di essere estraneo a tutto, poi di averla trovata già morta e, infine, "voleva ucciderci e l'abbiamo ammazzata". Il compagno di cella in un'intervista esclusiva rilasciata al giornale Il Giornale di Brescia, ha detto di non aver ricevuto alcun sconto di pena né la liberazione anticipata: "L'ho fatto per una questione etica perché quello che hanno commesso è mostruoso".

Il detenuto ha riportato la confidenza in un diario: "Laura  arriva a casa alle 22.30. Le fanno trovare una composizione di muffin, lo strumento di induzione alla morte. Laura entusiasta e gratificata lo fotografa e lo invia al fidanzato. I muffin vengono preparati da Silvia e Paola".

"Silvia dal lavoro si è portata via le benzodiazepine sottraendole dai vari flaconi riempiendo due provette. Con una siringa viene iniettato il composto nel muffin destinato alla signora. Per sapere con certezza quale dei muffin sarà destinato a lei vengono usati colori diversi". Laura mangia il muffin e poco dopo avviene l'omicidio. Da poche settimane per il "trio criminale" è iniziato il processo.

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