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Omicidio di Laura Ziliani, le figlie svelano il movente: “Temevamo volesse ucciderci”

“Eravamo disperati per i tentativi di mia madre di ucciderci e non sapevamo cosa fare”. Con questa spiegazione la figlia maggiore di Laura Ziliani confessa l’omicidio.
A cura di Giorgia Venturini
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Dopo oltre un anno dall'arresto di Paola e Silvia Zani, in carcere insieme al fidanzato della maggiore Mirto Milani con l'accusa di aver ucciso la madre Laura Ziliani, viene svelato il movente. Lo confessa la sorella maggiore Silvia Zani durante un suo interrogatorio con gli inquirenti. "Eravamo disperati per i tentativi di mia madre di ucciderci e non sapevamo cosa fare".

Nell'estate 2020 già pensavano all'omicidio

La figlia dell'ex vigilessa di Temù poi spiega nel dettaglio: "Secondo la nostra idea mia madre si sentiva bloccata con tre figlie di cui una disabile e l'idea che avevamo era che voleva liberarsi di noi. E già nell'estate del 2020 iniziammo a pensare al modo in cui risolvere il problema: cioè ucciderla".

Tutto trascritto nei verbali delle confessione ora pubblicati in esclusiva dal Giornale di Brescia. Il movente dell'omicidio secondo gli imputati arriva a pochi giorni dall'inizio del processo: le porte della Corte d'Assise si apriranno giovedì 27 ottobre per la prima udienza del dibattimento, dopo quelle davanti al giudice per udienza preliminare. 

Le figlie raccontano l'omicidio

Nel verbale della confessione si legge anche: "Dopo che mia madre aveva mangiato i muffin che le avevamo preparato con dentro benzodiazepine, iniziammo a cercare di capire come proseguire nel nostro progetto. Io ero convinta di quello che volevo fare. Ero decisa. Sono entrata nella camera da letto di mia madre, ricordo di averle messo le mani attorno al collo, Paola la teneva ferma con il suo peso".

E poi ha continuato a spiegare la dinamica dell'omicidio: "Mia madre ha iniziato a rantolare, a quel punto Mirto si è accorto non stava andando come previsto ed è entrato in camera. Ha messo lui le mani sul collo di mia mamma. In un certo senso mi ha dato il cambio".

Perché gli imputati non hanno raccontato tutto prima

La paura di essere avvelenati li avrebbe spinti ad agire secondo questo racconto: come riporta Il Giornale di Brescia infatti i tre imputati avrebbero ucciso l'ex vigilessa perché secondo loro la vittima avrebbe tentato di ucciderli "prima mettendo candeggina nel latte e poi con sostanze caustiche nel sale". Nessun prova però sarebbe ora a disposizione degli inquirenti perché gli alimenti sarebbero stati distrutti da loro stessi.

E alla domanda perché non hanno mai denunciato questo oppure mai detto nulla prima Mirto Milani, che già ha confessato le sue responsabilità, ha risposto così: "Se i carabinieri avessero scoperto che Laura voleva farci del male, poi sarebbero per deduzione risaliti a noi, avendo la prova della nostra colpa".

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