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Ultime notizie sull'omicidio di Laura Ziliani

Omicidio Laura Ziliani, il “trio criminale” incastrato da una app contapassi sul telefono

Tra le varie prove che hanno inchiodato Mirto Milani e le due figlie Silvia e Paola, anche il cellulare della vittima. “La app Samsung Health sullo smartphone di Laura Ziliani ha segnalato una forte anomalia rispetto ai movimenti che, stando alle figlie, la mamma avrebbe dovuto fare”
A cura di Francesca Del Boca
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Sono state le confessioni di Mirto Milani e delle due sorelle figlie di Laura Ziliani, l'ex vigilessa di Temù (Brescia) scomparsa a maggio 2021 e ritrovata morta nel greto dell'Oglio solo ad agosto, a inchiodare definitivamente il "trio criminale". Ma non solo. A metterli con le spalle al muro, ancora prima delle loro parole, sarebbe stato il cellulare della vittima. Una prova parlante che, tra le tante altre, avrebbe messo gli inquirenti sulla pista giusta. 

L'app contapassi del cellulare di Laura Ziliani ha registrato movimenti anomali

"La app Samsung Health installata sullo smartphone di Laura Ziliani ci ha segnalato una forte anomalia rispetto ai movimenti che, stando alla versione delle figlie, la mamma avrebbe dovuto fare", ha spiegato il maresciallo Fabio Centola.

E anche l’utenza telefonica di Mirto ha registrato un’insolita disconnessione dalla rete dalle 23,50 del 7 maggio alle 5 del mattino durante il giorno del delitto. Disconnessione che cozzava con le sue dichiarazioni ("Ho dormito dalle 23 alle 7″) e con le sue abitudini telefoniche: era sempre rimasto connesso". In più, tante altre anomalie nell'utilizzo del cellulare. Come una certa circospezione nell'utilizzo del telefono, o una particolare "attenzione a non parlare".

"L'abbiamo strozzata con le mani"

Un omicidio a lungo pianificato. Costellato di ripetuti tentativi di avvelenamento e stordimento, reiterati nel tempo: la tisana con l’antigelo, il veleno nei bocchettoni dell’aria condizionata, il dolci imbottiti di benzodiazepine. E culminato nell'episodio avvenuto a maggio, quello definitivo. "Le abbiamo dato il muffin avvelenato e le abbiamo messo un sacchetto in testa. Abbiamo provato a strangolarla con una fettuccia in velcro, ma non moriva". Laura è in prenda alle convulsioni. "Così l'abbiamo strozzata con le mani".

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