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Omicidio Laura Ziliani, la confessione di Mirto Milani: “L’abbiamo strozzata a mani nude”

Mirto Milani confessa l’omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù uccisa l’8 maggio del 2021: “Le abbiamo messo un sacchetto in testa e poi strozzata a mani nude”.
A cura di Giorgia Venturini
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Dopo un anno di silenzio, Mirto Milani confessa l'omicidio di Laura Ziliani, l'ex vigilessa di Temù uccisa l'8 maggio del 2021 e il cui corpo è stato ritrovato due mesi dopo sulle rive del fiume. Per Milani e le due figlie Paola e Silvia Zani le manette erano scattate il 24 settembre. Da allora i tre si erano chiusi nel più assoluto silenzio. A rivelare cosa era accaduto erano state le indagini scattate subito dopo la scomparsa di Laura Ziliani. La Procura ha ricostruito il piano criminale dei tre: la notte dell'8 maggio hanno prima fatto bere alla donna una tisana con dei farmaci e poi l'hanno soffocata. Ma chi avesse commesso fisicamente l'omicidio era ancora tutto da svelare. Il primo a rompere il silenzio qualche giorno fa e qualche ore dopo la chiusura delle indagini era Mirto Milani, poi le due figlie.

La confessione di Mirto Milani

Ora emergono i particolari della confessione. Il ragazzo, fidanzato della sorella maggiore ma anche amante della minore ha spiegato che quella notte "le abbiano dato i farmaci, poi le abbiano messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiano stretto le mani al collo". Un sacchetto quindi e non un cuscino come aveva ipotizzato il medico legale. I tre durante l'interrogatorio hanno anche ammesso di aver tentato di uccidere Laura Ziliani il 16 aprile quando le somministrarono una tisana che la fecero dormire per oltre 48 ore. "Un episodio che altro non è che il prodromo dell'omicidio" avevano detto gli inquirenti. Adesso si attende la decisione del giudice per le indagini preliminari per il rinvio a giudizio: durante il processo il trio criminale dovrà rispondere di omicidio e occultamento di cadavere.

Il rapporto tra Mirto e le due figlie di Laura Ziliani

Secondo quanto sostenuto dalla Procura nell'ordinanza di misura cautelare in carcere che ha portato lo scorso settembre all'arresto delle due figlie e di Mirto Milani, sarebbe stato quest'ultimo a manipolare in parte le ragazze. Il ragazzo – che avrebbe cercato anche in alcuni siti di crime come commettere il delitto perfetto – avrebbe in più occasioni detto alle due sorelle cosa fare durante i depistaggi. Secondo l'accusa, i tre erano legati da un forte rapporto sentimentale: Silvia e Mirto erano fidanzati. Paola e Mirto, invece, alla richiesta dei militari di consegnare i loro cellulari, li avrebbero dati completamente ripuliti perché si vergognavano all'idea che altre persone potessero venire a conoscenza della loro relazione segreta. Un triangolo che però tutti sapevano, compresa Laura Ziliani. Il movente – come confermato anche da alcuni intercettazioni – però era legato a questioni economiche: era lo stesso Mirto Milani a voler cercare di gestire il patrimonio della Ziliani continuamente intromettendosi nella questione affitti ed eredità.

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