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Omicidio Ziliani, gli investigatori: “Volevano farci credere che l’avesse uccisa un uomo conosciuto in chat”

“Il loro scopo era di farci credere che il responsabile poteva essere tra gli uomini conosciuti in chat dalla madre”: a dirlo è il maresciallo dell’Arma dei carabinieri Fabio Centola sul caso di Laura Ziliani.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Il loro scopo era di farci credere che il responsabile poteva essere tra gli uomini conosciuti in chat dalla madre. Che invece avevano ucciso loro": a dirlo è stato il maresciallo dell’Arma dei carabinieri Fabio Centola durante l'udienza che si è svolta nella giornata di ieri, giovedì 24 novembre 2022, a Brescia relativamente all'omicidio di Laura Ziliani, l'ex vigilessa di Temù e per il quale sono accusate le figlie Silvia e Paola Zani e il fidanzato di Silvia, Mirto Milani.

Una delle due figlie avrebbe inoltre raccontato che la madre era iscritta a un sito di incontro: "Analizzando il telefono della vittima abbiamo scoperto che nel 2017 Laura Ziliani si era registrata in una chat di incontri, aveva visualizzato due profili e ricevuto otto richieste di contatto senza mai rispondere".

Le reazioni delle figlie

Poi più nulla fino all'11 giugno 2021 quando è stato registrato un nuovo accesso: "Riteniamo sia stato fatto dagli indagati che avevano le password e che in quei giorni avevano il telefono".

Ieri ha anche testimoniato il capitano dei carabinieri di Breno, Filiberto Rosano, che ha raccontato come le due figlie siano state sempre distaccate: "Ci aspettavamo una partecipazione diversa dato che stavamo cercando la madre". Ha ricordato poi quanto accaduto dopo il ritrovamento della seconda scarpa di Ziliani.

"Durante il tragitto in auto da Brescia a Temù, Mirto chiama addirittura in caserma e spiega che da quel momento in avanti ogni comunicazione attinente alla signora Ziliani non doveva passare dalle figlie che erano infastidite, ma dovevano passare dall'avvocato civilista. Era la prova del loro disinteresse", riporta il quotidiano "Il Giornale di Brescia".

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Le parole dell'ex compagno di cella di Mirto Milani

Sempre ieri è stato ascoltato l'ex compagno di cella di Mirto Milani, al quale il 28enne ha confessato il piano e l'omicidio di Ziliani: "Perché l'hanno ammazzata? Una volta disse per il clima familiare, per il brutto rapporto che c'era tra lui e le due sorelle Zani e Laura Ziliani e poi cambiò versione raccontandomi che loro tre avevano la convinzione che la signora Ziliani volesse uccidere lui e le due figlie".

Milani avrebbe raccontato anche come è avvenuto l'omicidio. La figlia Silvia l'avrebbe presa alle spalle facendola cadere su se stessa: "Mirto poi racconta che Silvia la teneva stretta da dietro perché Laura continuava ad agitarsi. Mentre le ragazze inveivano contro la madre, lui le ha messo un sacchetto in testa che ha chiuso con un cavo elettrico attorcigliato al collo".

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