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‘Ndrangheta a Bergamo, fermate quattro persone: gestivano un sistema di estorsioni per il clan Arena

I carabinieri di Bergamo hanno dato esecuzione in queste ore a un fermo di indiziato di delitto per quattro persone tutte vicine al clan di ‘ndrangheta “Arena” di Isola di Capo Rizzuto. L’accusa, a vario titolo, è di estorsione, usura, riciclaggio ed autoriciclaggio di denaro e bancarotta fraudolenta. Avevano messo in piedi un vero e proprio sistema di estorsioni nell’ambito del campo dei trasporti di merce servendosi di un meccanismo di false acquisizioni societarie, fallimenti fraudolenti e fornitura di prestiti a tasso usuraio. Tra i fermati anche marito e moglie.
A cura di Giorgia Venturini
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Avevano messo in piedi un vero e proprio sistema di estorsioni nell'ambito del campo dei trasporti di merce servendosi di un meccanismo di false acquisizioni societarie, fallimenti fraudolenti e fornitura di prestiti a tasso usuraio. Tutto ora svelato dalle indagini dei carabinieri Bergamo e le squadre mobili di Crotone di Catanzaro, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia e Catanzaro: i militari di Bergamo hanno dato esecuzione in queste ore a un fermo di indiziato di delitto per quattro persone tutte vicine alla ‘ndrangheta con l'accusa, a vario titolo, di estorsione, usura, riciclaggio ed autoriciclaggio di denaro e bancarotta fraudolenta.

Il legame con il clan Arena di Isola di Capo Rizzuto

I nuovi fermi sono il proseguo dell'operazione "Papa" che già nel marzo del 2019 aveva portato all'arresto di 19 persone: già allora gli investigatori avevano accertato un sistema di estorsioni nel campo del trasporto merci. Nel dettaglio, con l'intento di portare via clienti, il proprietario di una ditta di trasporti della provincia, insieme a uomini appartenenti al clan "Arena" operante in Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, si sarebbe recato presso un suo concorrente, minacciandolo ed imponendogli un numero limitato di clienti, al fine di avere il controllo di un vero e proprio "cartello" nel settore dei trasporti dei mezzi pesanti. Il nuovo filone delle indagini ha poi permesso di accertare nuovamente che gli esponenti del clan "Arena", con la complicità di un imprenditore locale, avevano messo in piedi un complicato sistema di acquisizione fittizia di una ditta di trasporti, al fine di poter operare in prima persona all'interno del settore e, soprattutto, per poter riciclare soldi provento di illecite attività. Società, che come poi spesso accade, veniva fatta fallire in maniera fraudolenta per poi darne vita una nuova così da cercare di evitare controlli da parte delle forze dell'ordine. Per gli inquirenti questo business aveva l'unico scopo di agevolare la cosca di Isola di Capo Rizzuto.

Fermati anche marito e moglie

Ma non è tutto. Il clan una volta avuto il controllo del territorio nella Bergamasca aveva concesso prestiti a tasso usuraio ad alcuni imprenditori. Fino a questa mattina di mercoledì 10 febbraio quando i carabinieri di Bergamo hanno fermato 4 persone: due di questi, marito e moglie, residenti a Seriate mentre gli altri due raggiunti dai militari nelle loro rispettive abitazioni in Calabria e Piemonte. Sono ancora in corso però altre perquisizioni in Lombardia, Venero, Umbria e Calabria: sotto controllo sono altre persone coinvolte nel sistema di false fatturazioni e altri reati fiscali, tanti con il ruolo da prestanome.

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