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Minacce di morte all’ex direttore generale della Sanità lombarda Cajazzo: indaga la Digos

Luigi Cajazzo, ex direttore generale del settore Welfare in Lombardia, ha ricevuto insulti e minacce di morte sul web e via social. A comunicarlo è stato il suo avvocato, Fabrizio Ventimiglia, che ha spiegato di aver già depositato una denuncia alla Digos. A scatenare le minacce, secondo il legale, sarebbe stato “l’inaccettabile clima di violenza verbale ed odio” che si sarebbe creato dopo l’inchiesta di Report.
A cura di Francesco Loiacono
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Luigi Cajazzo (a sinistra) e l'assessore Giulio Gallera
Luigi Cajazzo (a sinistra) e l'assessore Giulio Gallera

L'ex direttore generale della Sanità lombarda, Luigi Cajazzo, ha ricevuto insulti e minacce di morte. A comunicare la notizia è stato il suo avvocato, Fabrizio Ventimiglia, spiegando che è stata già sporta denuncia alla Digos per cercare di identificare gli autori delle minacce e degli insulti. A scatenare l'odio da parte degli ignoti (al momento) hater sarebbe stata, secondo il legale dell'ex Dg del Welfare la puntata del programma Report andata in onda negli scorsi giorni su RaiTre. L'inchiesta cercava di approfondire cosa fosse successo in particolare nella zona di Alzano Lombardo e Nembro, uno dei territori più colpiti dal virus durante la scorsa primavera, e ipotizzava presunte dimenticanze da parte dei dirigenti regionali soprattutto in merito a un ordine di caschi C-Pap (dispositivi per aiutare la respirazione dei pazienti) pervenuto dall’Azienda socio sanitaria territoriale di Bergamo Est. Dopo la messa in onda del programma, sottolinea l'avvocato di Cajazzo, "si è diffuso un inaccettabile clima di violenza verbale ed odio, caratterizzato da beceri insulti ed auguri di morte pubblicati sul web e sui social, che hanno reso doveroso ed improcrastinabile il deposito di una immediata denuncia alla Digos".

La puntata di Report e la replica del legale di Cajazzo

La puntata di Report è andata in onda lo scorso lunedì. In uno dei servizi della trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci si è cercato di fare luce su quanto accaduto nella Val Seriana durante la prima fase dell'epidemia. Attraverso mail e documenti si è cercato di approfondire quali siano stati i criteri di distribuzione dei dispositivi di protezione individuale e di altri dispositivi medici da parte di Aria, la centrale acquisti regionale. In particolare, è stata poi ipotizzata una presunta dimenticanza su una richiesta di C-pap da parte dell'Asst Bergamo Est ad Aria. Il direttore generale aveva già replicato in una nota, parlando di "criteri oggettivi nell’interesse della salute di tutti i cittadini, ovviamente adattabili a seconda delle esigenze estemporanee di quei drammatici giorni" e smentendo la circostanza della presunta dimenticanza nell'ordine dei caschi C-pap. Su alcuni degli aspetti trattati dalla trasmissione è in corso un'indagine della magistratura.

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