1.341 CONDIVISIONI

Milano, chiusura anticipata alle 18: “Così ristoranti e locali moriranno”

Bar, pub e ristoranti di Milano perderanno circa 150 milioni di euro in un mese. Queste le stime elaborate dall’Ufficio studi di Confcommercio Milano sulle conseguenze economiche per circa 9mila imprese che nel capoluogo lombardo si occupano di ristorazione e somministrazione di bevande e alimenti.
A cura di Enrico Tata
1.341 CONDIVISIONI
Immagine

Con il nuovo decreto firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, bar, pub e ristoranti di Milano perderanno circa 150 milioni di euro in un mese. Con la sola ordinanza di Regione Lombardia, che imponeva il coprifuoco dalle 23, le perdite erano calcolate in circa 41 milioni. Queste le stime dell'Ufficio studi di Confcommercio Milano sulle conseguenze economiche per circa 9mila imprese che nel capoluogo lombardo si occupano di ristorazione e somministrazione di bevande e alimenti. Per il segretario generale di Confcommercio Milano, Marco Barbieri, si tratta di "una situazione molto grave. Con questo nuovo decreto togliamo tutta la fetta di mercato ai ristoranti. Dovranno arrivare immediatamente gli indennizzi, come promesso dal premier Giuseppe Conte, e immediatamente significa domani perché se le imprese perdono questo tipo di fatturato non reggono. Chiudere non può essere l'unica soluzione. Serve se mai maggiore presidio del territorio per far rispettare le regole".

I ristoratori: "Così chiudiamo"

Quello che serve, ha spiegato all'agenzia Ansa Paolo Peroli, socio di uno storico locale di Milano e uno dei manifestanti che il 22 ottobre hanno protestato sotto il palazzo di Regione Lombardia, "è almeno un 3% del fatturato del 2019, che servirà per coprire tre mesi di affitto, per non dover regalare le attività agli speculatori". Anche il presidente di Arci Milano, Maso Notarianni, è preoccupato: "I nostri circoli rischiano la chiusura. Le istituzioni continuano a non capire che in un Circolo ci sono i soci, ci si prende cura gli uni degli altri perché sono luoghi di mutualismo, si seguono regole e protocolli rigidi. I circoli sono luoghi protetti, non luoghi di contagio. Tutti dobbiamo fare la nostra parte – ha concluso -, e ha un senso attuare disposizioni che alzino ancor di più la consapevolezza del pericolo che corriamo. Ma lo si faccia cercando di intervenire dove è realmente necessario. L'arte, la cultura, la socialità consapevole sono cose che possono aiutarci a sconfiggere la pandemia. Forse prima di prendere provvedimenti restrittivi se ne dovrebbe tenere conto".

1.341 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views