2.146 CONDIVISIONI

Mia madre è stata uccisa da mio padre e nessuno mi aiuta: “Devo pagare da sola il mutuo di casa”

Il padre di Alessia (nome di fantasia) ha ucciso la madre. Alessia e la sorella si sono trovate ad affrontare tutte le spese: “Le istituzioni non ci aiutano”.
A cura di Giorgia Venturini
2.146 CONDIVISIONI
Immagine

Vengono chiamati orfani di femminicidio e troppo spesso vengono dimenticati dalle istituzioni. Da un giorno con l'altro la loro vita cambia: la madre uccisa e il padre in carcere con l'accusa di omicidio.

Ma cosa succede poi quando i riflettori sulla famiglia si spengono e tutta la solidarietà svanisce? I figli si trovano sommersi da debiti e con accumuli di spese da pagare. Primo tra tutte quelle del funerale.

Oltre al dolore, devono fare i conti con norme e burocrazie assurde. Ad esempio? Per il via libera alla cremazione o alla sepoltura ci vuole il consenso del marito, ovvero la stessa persona che ha ucciso la vittima.

I fondi per gli orfani di femminicidio ci sono, ma spesso non coprono neanche le spese dei funerali. Senza contare che per accedervi sono richiesti diversi requisiti. No, non basta essere orfani di femminicidio. E ancora: di questi fondi i figli vengono a sapere per puro caso.

Nessuna istituzione prende il telefono i giorni successivi e li avvisa. A Fanpage.it ha raccontato tutto quello che succede i mesi successivi un'orfana di femminicidio. Alessia – nome di fantasia perché preferisce restare nell'assoluto anonimato – ha vissuto tutto questo solo poco tempo fa.

Alessia, ci racconti la tua storia?

Sono una ragazza di 27 anni. Una sera sono andata a trovare mia mamma e abbiamo parlato tanto. Riso e scherzato come al solito. Avevamo un bel rapporto: con il tempo il nostro legame è diventato sempre più forte e intimo. Mia mamma era la mia spalla.

La mattina dopo tutto è svanito. Nella mia testa c'era solo tanto rumore. Da un giorno con l'altro è cambiato tutto.

Che cosa è successo? 

Quella donna che la sera prima rideva e scherzava con sua figlia la mattina dopo era a terra, nel suo sangue, con più di dieci ferite di arma da taglio. Cosa sia successo, non lo so di preciso. Per mesi non ho avuto notizie sulla morte esatta di mia mamma, così come non mi hanno detto nulla su mio padre.

Cosa ti hanno detto e cosa hai dovuto fare quel giorno?

Il tutto mi è stato detto con estrema velocità. Due ore dopo ero già sbattuta in un qualsiasi ufficio a verbalizzare l'accaduto. Ho avuto però la lucidità di farmi assistere da un avvocato. Tutto ciò che mi è stato chiesto è di esporre i fatti.

Non potevo entrare in casa mia nemmeno per cambiarmi: avevo ancora i vestiti pieni di sangue e così anche il giorno dopo e il giorno dopo ancora, dovevo solo buttare frasi, pensieri e ricordi.

Hai avuta un'assistenza psicologica quel giorno?

No. Ho però avuto la fortuna di avere attorno a me persone che mi seguivano in ogni mio passo. Non per tutti è così.

Che ostacoli burocratici e legali hai dovuto affrontare i giorni successivi?

Primo tra tutti il funerale. Mia mamma desiderava essere cremata. Non ha potuto avere la libertà di scegliere nemmeno questo. Abbiamo dovuto aspettare la firma per il consenso di mio padre dal carcere perché risultavano ancora sposati. E il funerale costava: la prima spesa che abbiamo dovuto affrontare è stata di 7mila euro. Abbiamo dovuto pagare noi, nessuno ci ha aiutati.

Non avete potuto attingere dal conto dei genitori? 

I soldi di mia mamma risultavano bloccati e non li potevamo usufruire nemmeno in questi casi straordinari. Non c'è nessun tipo di aiuto e di rimborso, non siamo state contattate da nessuno.

Come non ci hanno mai contattato per supporto psicologico e giudiziario dalle istituzioni. Ci sono state solo associazioni di violenza sulle donne che si sono rese disponibili.

Tu e tua sorella vi siete trovate sole…

Quando succedono queste tragedie ci si aspetta sempre molta vicinanza, ma in realtà vieni catapultato in un mondo così crudo e freddo che devi farti forza per affrontarlo tutto da solo e capire come devi procedere.

Nessuno te lo dice, nessuno ti insegna, nessuno ti guida, sei da solo. Non hai diritto a un'assistenza gratuita o a degli incentivi. A meno che il reddito cumulativo della famiglia sia sotto una determinata cifra nel processo di successione. E sulla successione ha diritto anche mio padre, almeno finché non finisce il processo.

Fino ad allora tutti i beni di mia mamma risultano bloccati.

Ci puoi fare degli altri esempi pratici?

Non possiamo nemmeno sospendere il mutuo perché non è intestato a noi. Non possiamo ritardare i pagamenti perché si entrerebbe in mora. Un altro esempio? La macchina di mia mamma: non posso intestarla a me e farne l'utilizzo che voglio, perché serve il consenso di tutti i familiari eredi, tra cui mio padre.

E non si può fargli firmare nemmeno il consenso dal carcere perché ci vuole la sua firma in presenza di professionisti del caso. Trovo assurdo tutto questo.

La sensazione che hai è che le istituzioni si dimenticano di chi rimane dopo un femminicidio?

Sì. Ho chiesto al mio Comune se sono previsti dei bandi regionali, degli indennizzi o qualsiasi tipo di supporto.

Mi è stato detto che mi avrebbero chiamato, ma non ho mai ricevuto nessuna chiamata e di conseguenza mi sono arrangiata da sola perché le spese si stavano accumulando.

Cosa dovrebbe cambiare prima di tutto?

Dovrebbero innanzitutto essere messi a disposizione degli psicologi, chiedersi come stanno i figli della vittima.

Mi sento di chiedere alle istituzioni di aiutarci di più nell'immediato appena succede tutto. Perché quando hai bisogno non sei tu a dover cercare loro, ma sono loro che devono cercare te. Tu devi affrontare già il resto.

Si parla spesso di lotta contro la violenza sulle donne, ma poi nella pratica invece qualcosa non funziona.

Sì, manca ancora tanto. Siamo comunque sulla buona strada. Tante cose stanno cambiando, ma in modo molto lento. E intanto solo quest'anno, quasi tutti i giorni, ci sono notizie di femminicidi.

Quasi come se ormai fosse diventato normale leggere di queste tragedie. Eppure non possiamo ricordarcene solo nella giornata contro la violenza sulle donne.

2.146 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views