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Lombardia, Trenord fa causa ai pendolari: chiesti 10.000 euro per un video sui social

Trenord, società che gestisce il trasporto ferroviario in Lombardia, ha fatto causa a un’associazione di pendolari a causa di un video pubblicato sui social. Diffamazione e violazione del diritto d’autore le accuse: chiesti 10mila euro come risarcimento danni. Insorge l’opposizione al Pirellone: Siamo all’assurdo – dice il consigliere regionale del Pd Bussolati – È la prima volta che una società di trasporti chiede soldi di risarcimento ai propri utenti perché osano metterne in discussione il servizio”. Simone Verni (M5s): “Atto intimidatorio e vergognoso”.
A cura di Francesco Loiacono
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Diecimila euro: questa la richiesta di risarcimento danni che Trenord, azienda regionale del trasporto ferroviario in Lombardia, ha fatto a un'associazione di pendolari. Motivo del contendere un video che la società partecipata da Regione Lombardia e Fs aveva pubblicato alla fine dello scorso anno. Nel filmato veniva celebrata la "liturgia del viaggio", con un testo scritto dallo scrittore e docente della Cattolica, Giuseppe Lupo. Mimoal, associazione di pendolari della linea Milano-Mortara-Alessandria, aveva modificato il video in chiave a loro dire ironica, per sorridere (e criticare) sui ritardi e disservizi che la stessa associazione (e i membri della pagina Facebook) segnalano spesso in merito al servizio di trasporto.

Trenord: Non è critica, ma prevaricazione volutamente violenta e manipolazione

Il video modificato, però, non è piaciuto alla società di trasporto, che non vi ha ravvisato della semplice ironia ma gli estremi di una diffamazione, nonché una violazione dei diritti d'autore. "Noi non abbiamo mai voluto diffamare Trenord – hanno spiegato i pendolari in una lettera aperta -. Solo ci sembrava alquanto improbabile che un pendolare potesse sentire verso Trenord la stessa ammirazione che ha verso Babbo Natale". La replica di Trenord in una nota: "Liberi di criticare sempre, non di sovrascrivere il testo di uno scrittore, docente di letteratura italiana, e di sfregiare una sequenza di immagini d'autore. Questa non è critica, bensì prevaricazione volutamente violenta e manipolazione tesa ad alterare il significato del messaggio. Oltre che violazione del diritto d’autore".

Bussolati (Pd): Siamo all'assurdo, si lede il diritto di satira

Il filmato incriminato non è più disponibile sulla pagina web dell'associazione, né sulle sue pagine social. Intanto sono in tanti i politici che si sono schierati dalla parte dei pendolari. Il consigliere del Partito democratico, Pietro Bussolati, ha dichiarato: "Siamo all’assurdo. Trenord, non paga di fornire ogni giorno un pessimo servizio, denunciato in tante occasioni, dati alla mano, da noi e dai pendolari, pretende di vietare il diritto di satira – ha commentato il consigliere regionale in una nota -. È la prima volta che una società di trasporti chiede soldi di risarcimento ai propri utenti perché osano metterne in discussione il servizio", ha poi concluso Bussolati, chiedendo all'assessore regionale ai Trasporti Claudia Terzi di intervenire per fermare Trenord, non rendendosi così "complice di un comportamento che lede , oltre che il diritto di satira, ogni principio di buon senso".

Duro anche il commento del consigliere regionale dei Cinque stelle Simone Verni, che ha parlato di un "atto intimidatorio e vergognoso" ricordando come la linea Milano-Mortara-Alessandria sia stata oggetto di bonus (che scatta in caso di ritardi) 9 volte negli ultimi 12 mesi di rilevazioni ufficiali e chiedendo all'assessore Terzi di intervenire a difesa dei pendolari.

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