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Covid 19

Lombardia in zona arancione, cosa potrebbe cambiare da venerdì 27: le nuove regole

L’epidemia di Coronavirus in Lombardia inizia a perdere forza: lo confermano alcuni dati incoraggianti, tra cui l’indice di contagio Rt, l’andamento delle chiamate al 118 e quello dei contagi nelle scuole. Per questo il governatore Attilio Fontana e i sindaci intendono chiedere il passaggio dalla zona rossa alla zona arancione dal prossimo 27 novembre. Ecco quando la Lombardia potrebbe uscire dalla zona rossa, ma soprattutto cosa cambia e quali sono le differenze tra le regole in zona arancione e quelle attualmente in vigore.
A cura di Simone Gorla
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Se andrà tutto bene, se gli indicatori avranno lo stesso andamento positivo registrato fino a venerdì, quella che si apre potrebbe essere l'ultima settimana della Lombardia in zona rossa. I dati raccolti dall'Istituto superiore di sanità, che monitora la diffusione del Coronavirus, fotografano un miglioramento: l'indice Rt è in calo in tutte le province lombarde e anche le chiamate al 118 sono diminuite. L'auspicio del presidente Attilio Fontana e dei sindaci è di passare alla zona arancione dal 27 novembre.

Lombardia zona arancione già dal 27 novembre: lo chiederanno Sindaci e Regione

Dalle proiezioni settimanali elaborate dell'Iss emerge come l'indice di contagio sia sceso soprattutto nelle province più colpite: Milano e Monza sono a 1.1, Varese a 1.2 per quanto riguarda il dato calcolato in riferimento ai positivi, e quindi alla circolazione del virus. In calo anche l'Rt calcolato in riferimento ai ricoveri ospedalieri: 0.9 a Milano e Monza, 1.1 a Varese. Da Areu è arrivata anche la conferma di un decremento delle chiamate di emergenza: per questo due check point sono stati chiusi. Buone notizie anche dalle scuole di Milano e Lodi, dove i contagi sono ridotti.

Sulla base di questi dati, nel corso di un vertice che si è tenuto a Palazzo Lombardia lo scorso giovedì, gli amministratori hanno deciso di lasciar cadere la richiesta di misure differenziate provinciali e locali, ma procedere invece in modo unitario. Fonti della Regione Lombardia confermano a Fanpage.it che quelli rilevati negli ultimi giorni "sono già dati da zona arancione" e su questo "prosegue il dialogo con il governo" con l'obiettivo di un allentamento delle misure già della prossima settimana, senza attendere la data del 3 dicembre, quando scadrà la validità del Dpcm e dell'ordinanza del ministero della Salute. 

Le nuove regole in zona arancione: cosa cambia rispetto alla zona rossa

Con il passaggio alla zona arancione le principali novità riguarderebbero la possibilità di spostamento all'interno del proprio comune di residenza anche senza comprovati motivi di lavoro, salute, urgenza e necessità (quindi senza autocertificazione) e la riapertura dei negozi che sono chiusi dallo scorso 6 novembre. Rimane comunque – almeno fino al 3 dicembre – il coprifuoco con divieto di uscire di casa tra le ore 5 e le 22. Ecco tutte le regole in zona arancione e le differenze con quelle in vigore in zona rossa.

Spostamenti consentiti nel comune di residenza, ma resta il coprifuoco

La principale novità riguarda gli spostamenti: la zona rossa prevede il divieto di circolazione assoluto senza autocertificazione. La zona arancione consente invece di circolare all'interno del proprio comune, salvo nelle ore di coprifuoco. Resta vietato spostarsi fuori dal comune senza ragione motivata, e di conseguenza anche fuori da provincia e Regione.

Riaprono i negozi al dettaglio, ancora ferma la ristorazione

Ancora chiusi bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie, cui è consentito solo il servizio da asporto e consegna a domicilio. Riprendono a lavorare i negozi al dettaglio che al momento sono fermi (tutti tranne le attività tranne alimentari, edicole, farmacie, tabacchi e negozi che vendono beni di prima necessità), con l'eccezione dei centri commerciali nei weekend e nei festivi e prefestivi.

Trasporti e scuole: cosa cambia

Nessuna novità per il traporto pubblico: la capienza massima su treni, autobus, tram e metropolitane rimane del 50% per cento. Gli studenti delle seconde e terze medie possono tornare a scuola, ma la Regione ha la facoltà di decidere di tenere chiusi gli istituti con un'ordinanza. Resta la didattica a distanza per le superiori.

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