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Lombardia, allarme contagi nelle carceri: “Il virus si sta diffondendo in maniera preoccupante”

L’aumento dei casi da Coronavirus in tutta Italia e in particolare in Lombardia, pone l’attenzione su un tema importante: il sovraffollamento delle carceri. In Regione, in particolare, i contagi si stanno diffondendo in maniera preoccupante: “Abbiamo raggiunto 156 persone positive, di cui cinque con necessità di ricorrere al ricovero ospedaliero e 510 persone detenute in regime di isolamento”, è scritto in una lettera indirizzata ai parlamentari lombardi. Per questo alcune associazioni e istituzioni chiedono misure per evitarne l’aumento.
A cura di Ilaria Quattrone
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(Immagine di repertorio)
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L'aumento dei casi da Coronavirus in Italia tiene l'intero Paese con il fiato sospeso. Cercare di contenerli è la priorità, come lo è provare a eliminare eventuali focolai. Già nella prima ondata, la lente di ingrandimento era puntata anche sulla situazione all'interno delle carceri. Le proteste, nate dalla sospensione delle visite dei familiari, avevano sollevato un punto fondamentale e ricorrente: il sovraffollamento. Elemento che anche, in questi giorni, torna prepotentemente.

In Lombardia 156 persone positive in carcere e 510 detenuti in isolamento

Oggi, giovedì 12 novembre, il sindacato della polizia penitenziaria Osapp ha scritto una lettera al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e al capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) Dino Petralia affermando: "In due settimane il contagio da Covid-19 nelle carceri è aumentato di circa il seicento per cento". Una posizione a livello nazionale che trova conferme anche a livello regionale in Lombardia. Alcune associazioni e istituzioni, tra cui il Garante dei diritti delle persone private della libertà di Milano, Francesco Maisto, hanno firmato una lettera indirizzata ai parlamentari eletti in Lombardia in cui parlano di una situazione carceraria allarmante: "Nella sola Regione abbiamo raggiunto 156 persone positive, di cui cinque con necessità di ricorrere al ricovero ospedaliero e 510 persone detenute in regime di isolamento. Colpisce soprattutto la repentina progressione del numero dei contagiati: solo un mese fa i positivi erano sette".

Si aggrava la situazione del sovraffollamento

La scorsa primavera il contagio era stato contenuto con degli interventi mirati: azioni contro il sovraffollamento e riduzione della possibilità di contatto con l'esterno. Oggi invece lo scenario appare, su tutte e due i fronti, drammatico. All'inizio del mese in Lombardia si contavano 7.751 detenuti a fronte di 6.156 posti disponibili, di cui 3.380 persone (su 2.925 posti effettivi) detenute solo a Milano: "Il contagio all'interno degli istituti – si legge nella lettera – si sta diffondendo in maniera assai preoccupante. Garantire posti adeguati per l'isolamento delle persone detenute positive al Covid o in quarantena precauzionale, considerato anche i due hub di San Vittore e Bollate, comporta l'aggravamento delle situazioni di sovraffollamento".

A Milano 81 agenti positivi al Covid

A questo si aggiunge inoltre il problema dei contatti con l'esterno che vanno dagli ingressi di nuove persone arrestate fino ai lavoratori: "A Milano si contano infatti 81 agenti positivi al Covid. Inoltre mentre sono state interrotte le visite ai familiari, non si interrompe il flusso di persone che arrivano a seguito di arresti o a seguito di ordini di carcerazione per condanne diventate definitive per reati commessi mesi o anni prima". Proprio per questo motivo, gli enti e le organizzazioni chiedono ai parlamentari eletti in Lombardia delle modifiche al Decreto "Ristori" affinché vengano ampliate le misure adottate dal governo. Tra le richieste spiccano: mantenere fuori dagli istituti le persone con permessi di lavoro esterne perché considerate così idonee al reinserimento in società, concedere una liberazione anticipata speciale per chi ha un residuo di pena breve, sospendere le esecuzioni penali per i reati di minore gravità: "Da ultimo un intervento normativo che impone nella valutazione delle misure cautelari anche il rischio Covid così da consentire alla magistratura di evitare la misura cautelare più grave se non strettamente necessaria".

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