11.696 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“Le modalità di perquisizione di Bakayoko ricordano l’America”: la denuncia di Amnesty Italia

“Una pratica discriminatoria”, quella che secondo l’organizzazione internazionale a tutela dei diritti umani sarebbe toccata al centrocampista del Milan Tiémoué Bakayoko, fermato dalla polizia a Milano perché sospettato di essere il responsabile di una sparatoria.
A cura di Francesca Del Boca
11.696 CONDIVISIONI
Immagine

"Le immagini del fermo di Bakayoko fanno pensare a una profilazione etnica". Interviene anche Amnesty Italia, l'organizzazione internazionale di tutela dei diritti umani, sul caso del calciatore perquisito dalla polizia a Milano. Immagini che mostrano il centrocampista del Milan bloccato da un agente, mentre un'altra poliziotta punta la pistola contro la sua automobile: erano alla caccia dei responsabili di una sparatoria avvenuta qualche ora prima in zona, altezza corso Como, durante una guerra tra bande di senegalesi. "Profilazione etnica significa sospettosità automatica di una persona in base a caratteristiche estetiche, in primo luogo il colore della pelle". Parla Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

Cosa si intende per profilazione etnica, nel concreto? 

C'è un detto famoso, negli Stati Uniti, che rende l'idea. Dice: se un bianco supera il limite di velocità sulla sua automobile, sta sicuramente facendo tardi a un incontro di affari o al lavoro. Se è un nero a superare il limite di velocità, sta fuggendo da una rapina. Questo pregiudizio è insito nella mentalità delle persone e, purtroppo, delle forze dell'ordine d'oltreoceano. Una strada che non dovremmo iniziare a percorrere.

L'Italia come l'America, insomma?

Speriamo di no, ma fa riflettere il fatto che anche all'interno delle forze di polizia nazionali ci sia questo pregiudizio: chi ha un colore della pelle diverso è più sospetto di un altro, e le modalità di perquisizione che gli vengono riservate sono violente. Ma appena si scopre che è ricco e famoso, ecco il pregiudizio al contrario: ci si scusa, mortificati, e inizia il trattamento con i guanti. Davvero queste sono immagini che sanno di Stati Uniti.

Qual è il rischio?

Dopo aver visto questo episodio, mi chiedo: se un agente non avesse sussurrato all'orecchio del collega "Fermati, guarda che è uno famoso, un calciatore del Milan", che cosa sarebbe successo? In America è pieno di questi casi, fermi al posto di blocco degenerati in tragedia. Cose che ai bianchi, guarda caso, non succedono mai.

Cosa ci raccontano, queste immagini? 

Queste immagini destano preoccupazione. Raccontano che alcune persone sono più discriminate di altre. La Questura si è giustificata dicendo che la descrizione dei ricercati corrispondesse esattamente, fin nei minimi dettagli, a quella di Bakayoko e del suo passeggero. Sarà andata anche così, anche se sembra incredibile. Ma non si possono comunque giustificare quelle modalità di perquisizione.

11.696 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views