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La testimonianza di Beatrice, volontaria della Croce Verde: “Così dopo 4 giorni di botte dal mio ex”

“Il 4 giugno 2019 sono arrivata al pronto soccorso del Policlinico così. Questo è il risultato di quattro giorni di botte incessanti, ovunque”. È la testimonianza di Beatrice, volontaria sulle ambulanze della Croce Verde di Baggio. L’associazione ha voluto condividere il suo racconto in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
A cura di Simone Gorla
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La storia di un amore sano, rappresentato dalla scelta di fare del volontariato, che nasce dopo una brutale e vigliacca violenza. È quella raccontata dalla Croce Verde di Baggio, che attraverso i suoi profili social ha voluto riportare la testimonianza di Beatrice, che è diventata volontaria sulle ambulanze dopo una terribile esperienza di violenza domestica. Le sue parole, nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne, sono un messaggio per fidanzate, compagne, mogli: mai accettare di sacrificarci in nome di un amore malato.

"Il 4 giugno 2019 sono arrivata al pronto soccorso del Policlinico così. Questo è il risultato di quattro giorni di botte incessanti, ovunque. E pensare che una di quelle sere sono anche uscita per strada con questa faccia: terrorizzata, senza un telefono, senza occhiali per vedere, con "l'uomo" al mio fianco che mi teneva il braccio e mi obbligava ad andare nella direzione da lui indicata. Abbiamo incontrato un sacco di persone ma nessuno si è girato; nessuno ha voluto vedere", racconta Beatrice.

"In questo momento, quand'è stata scattata la foto, mi ero addormentata per la prima dose di antidolorifico. Poco dopo avrei rilasciato la denuncia alla polizia tra interruzioni per esami, addormentamenti, telefonate al lavoro. Dagli esami erano risultate: microfratture al cranio e alla mandibola, timpano sinistro perforato, setto nasale fratturato, 2 coste rotte per parte, 3 vertebre rotte (ultima dorsale e prime due lombari), un'ernia del disco; frattura scomposta di calcagno, malleolo, 4° e 5° metatarso del piede destro. Nel momento in cui è stata scattata questa foto non si sapeva se sarei tornata a camminare".

"Invece il Signore ha guardato giù. Ha fatto sì che riuscissi a scappare da un balcone al secondo piano, che riuscissi a chiedere aiuto…che mi salvassi e che mi riprendessi alla grande, tutto sommato!
E quest'occasione non deve andare sprecata. Io mi sono fidata di una persona malata, manipolatoria, cattiva, e l'avevo scelto come mio compagno di vita. Ma alcune persone davvero non possono cambiare. Bisogna riconoscerle e mettersene al sicuro perché, sì, NOI veniamo prima. Per cui no, non smetterò mai di far sentire la mia voce e mostrare la mia faccia, perché questo non deve MAI accadere".

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