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La Rsa che ha riaperto ai parenti da dicembre: “Senza visite gli anziani si lasciano morire”

A Paderno Dugnano, in provincia di Milano, la Rsa della Fondazione Uboldi ha anticipato da mesi quanto stabilito lo scorso 8 maggio da un’ordinanza del ministero della Salute, riaprendo già dallo scorso dicembre alle visite dei famigliari degli ospiti: “Senza il contatto fisico, il contatto emotivo con i propri figli gli anziani si lasciavano morire”, racconta la direttrice della struttura a Fanpage.it.
A cura di Francesco Loiacono
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(Foto Giancristofaro/Fanpage.it)
(Foto Giancristofaro/Fanpage.it)

Venti minuti di incontri al giorno. Un tempo piccolo in cui concentrare le emozioni, le attenzioni e tutto l'affetto per i propri cari che si trovano all'interno delle case di riposo. A Paderno Dugnano, in provincia di Milano, la Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) della Fondazione Uboldi ha anticipato da mesi quanto stabilito lo scorso 8 maggio da un'ordinanza del ministero della Salute, che ha invitato tutte le Rsa ad aprire alle visite ai famigliari degli ospiti dopo le restrizioni della seconda ondata della pandemia di Coronavirus. Già da dicembre dello scorso anno, sfruttando le indicazioni già contenute in una circolare dello stesso ministero della Salute del 30 novembre, la struttura ha deciso di consentire ai parenti degli anziani ospiti la possibilità di andarli a trovare.

Non esiste il rischio zero: ma la Rsa è Covid free da giugno 2020

"Non è un permesso, perché è un diritto quello di poter vedere garantita la continuità affettiva – spiega a Fanpage.it la direttrice della Fondazione, la dottoressa Paola Cattin -. Certo è che in una situazione così impegnativa e drammatica come è stata la pandemia è una situazione che va regolamentata e definita nei minimi particolari". Nella struttura è stato realizzato una sorta di ambulatorio per effettuare i tamponi rapidi ai visitatori. La dottoressa Cattin però spiega che "non esiste niente a rischio zero, detto questo i benefici ci sembravano ben maggiori e abbiamo deciso di farlo". I risultati stanno dando loro ragione: "Siamo Covid free da giugno 2020 e quindi, nonostante abbiamo aperto ai visitatori da dicembre, fino ad oggi non abbiamo più avuto casi".

Tutti gli anziani ospiti hanno avuto dei benefici notevoli

"Da quando abbiamo riaperto abbiamo visto dei benefici notevoli, sia negli ospiti più lucidi sia per le persone più compromesse a livello cognitivo", spiega Silvia Monticone, responsabile sanitaria della struttura. Tutti hanno patito la lontananza dai propri cari, che le videochiamate da sole non bastano a colmare: "Le abbiamo sempre fatte, ma specialmente gli ospiti cognitivamente compromessi non hanno un beneficio dalle videochiamate". E uno dei parenti degli anziani ospitati conferma: "Con la videochiamata non si capiva niente, non capivano loro e non capivamo noi. Così almeno per 20 minuti c'è un bel colloquio".

Non tutte le Rsa hanno riaperto alle visite

Venti minuti possono sembrare un tempo breve, ma ci sono anche strutture che al momento non consentono nemmeno questi brevi incontri: stando ai dati pubblicati dalla Cisl Lombardia, più dell'80 per cento delle strutture per anziani è infatti ancora chiusa ai parenti degli ospiti. "In noi è prevalsa la necessità e il bisogno di garantire la continuità affettiva agli ospiti e ai parenti, perché non dobbiamo dimenticare che anche i parenti hanno bisogno di incontrare i propri genitori e i propri nonni", spiega la dottoressa Cattin. Soddisfatta di aver riportato "il mondo all'interno della struttura, perché gli ospiti di una casa di riposo non sono qui in attesa della morte. Senza il contatto fisico, il contatto emotivo con i propri figli nella stragrande maggioranza dei casi, le persone si lasciavano morire".

(Interviste e servizio video a cura di Simone Giancristofaro) 

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