Omicidio di Sofia Castelli a Cologno Monzese

La mamma di Sofia Castelli, uccisa dall’ex fidanzato: “Non le è stato permesso di vivere la sua vita”

Parla a Fanpage.it Daniela Zurria, mamma di Sofia Castelli, uccisa a 20 anni dall’ex fidanzato: “A mia figlia è stato impedito di vivere, eppure avrebbe dato tanto all’umanità: non lo meritava”.
A cura di Chiara Daffini
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Sofia Castelli è morta a 20 anni il 29 luglio 2023. A ucciderla l'ex fidanzato, Zakaria Atqaoui, che si era introdotto nell'appartamento della ragazza, a Codogno Monzese, e l'aveva attesa nascosto in un armadio, per poi accoltellarla nel sonno.

Atqaoui è stato condannato a 24 anni di reclusione e ha fatto ricorso in appello: l'istanza verrà approvata o rigettata il prossimo 18 dicembre in Corte d'Assise a Milano.

Daniela Zurria è la mamma di Sofia. Rimasta sempre lontana dalle telecamere, oggi racconta a Fanpage.it chi era sua figlia i e come ha vissuto l'ultimo anno e mezzo. "Sofia era una ragazza solare, amava tanto stare in compagnia, era anche confusionaria, le piaceva proprio la gente, adorava le feste. Era difficile come mamma per me starle dietro, perché correva, correva, correva verso la vita".

Ricordi la volta in cui ti ha stupito?
"Tante. L'ultima dopo che se n'è andata. Io e mio marito abbiamo trovato degli scritti di Sofia, dove parla della mamma e del papà. In realtà era un diario con delle domande già impostate a cui rispondere. In una c'era scritto ‘Qual è la persona che ammiri di più al mondo?' e lei aveva risposto ‘mamma e papà'. Erano cose che non avevamo mai letto, le abbiamo trovate e sono stati dei grandissimi regali che ci ha fatto".

Che carattere aveva Sofia?
"Io ho visto sempre mia figlia molto autonoma, forte, libera, mai vulnerabile, se non vabbè…"

Ti ricordi quel giorno?
"Eravamo in Sardegna, stavamo per andare alla festa dei cinquant'anni di matrimonio dei miei genitori, già vestiti, pronti proprio. E mi è arrivata quella telefonata, dove non ho neanche compreso subito. I carabinieri parlavano della casa e io non capivo, pensavo che avesse combinato qualcosa Sofia. So solo che poi quando ho detto ‘Sì, va bene ma mia figlia?' non mi rispondevano. E allora lì ho capito. Era un sabato, l'avevo salutata il mercoledì davanti alla porta di casa, non è che ero preoccupata all'idea che stesse da sola, però le avevo raccomandato di dormire sempre con un'amica, soprattutto se usciva la sera. Avevo paura che qualche sconosciuto potesse importunarla mentre saliva le scale. Il suo ultimo messaggio è stato quando le ho chiesto se andava tutto bene e lei mi ha risposto ‘Sì, sì, mamma'".

Come è stato il dopo?
"Quando è successo non accettavo, non accettavo il nome di mia figlia vicino alla parola femminicidio, proprio perché il femminicidio per me è sempre stato una cosa terribile, terribile. Oggi trovo il coraggio di parlare di Sofia, della sua storia, soprattutto per dare un alert: lei in fondo, a parte quel momento terribile, non è mai stata vittima, non ha mai conosciuto la violenza, non ha mai conosciuto la paura. Quello che è successo è difficile da spiegare e deve mettere in allarme i genitori, le famiglie, perché noi non ci consideravamo a rischio, ma soprattutto non si sentiva a rischio Sofia. Per me i femminicidi erano legati a storie diverse".

Ci sono stati un processo di primo grado e una sentenza, ma presto potrebbero riaprirsi le porte del tribunale. Come state vivendo tutto questo?
"Lo stiamo vivendo proprio male male: 24 anni per noi erano già pochi e l'appello lo trovo proprio una cosa vergognosa perché la richiesta di togliere premeditazione e futili motivi è un'offesa, un'offesa a noi e a Sofia. Come si fa a togliere la premeditazione in una situazione del genere? E ancora di più forse i futili motivi. Cioè mia figlia è stata ammazzata per cosa? Per noi non ci sarà mai fine".

Il tuo pensiero, oggi.
"Il sogno di mia figlia era diventare una mamma. Tra tante cose, io ogni tanto ci penso a questo.
Non le è stata data l'opportunità di vivere la sua vita. Non se lo meritava e neanche noi, non abbiamo mai fatto del male a nessuno. Penso che, come per tutte le ragazze e anche i ragazzi che muoiono, è una perdita, non solo per la famiglia ma anche per l'umanità. Perché io sono sicura che mia figlia al mondo avrebbe dato tanto, non so cosa sarebbe diventata, ma ne sono certa".

C'è qualcosa che vorresti dire a Sofia?
"Vorrei sapere se è orgogliosa di me, di quello che faccio".

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