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Incidente sull’Autostrada A21, la moglie di uno dei 5 operai morti: “Aveva 3 bimbe, siamo distrutte”

“Un marito meraviglioso, papà di 3 splendide bambine, che ora ha lasciato”: così la moglie di uno dei cinque operai morti nel tragico incidente sull’A21 (Piacenza) giovedì 3 giugno. L’uomo, di origini marocchine, aveva festeggiato i suoi 51 anni il giorno prima della tragedia. “Una persona solare, che amava la vita e con una grande passione per la pesca”, dice la cugina di un’altra vittima, Simone Abeni. “Un secondo padre”. Quella consumatasi giovedì 3 giugno sull’autostrada del piacentino è una tragedia che lascia famiglie spezzate e parenti sconvolti.
A cura di Redazione Milano
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Le vittime del tragico incidente autostradale consumatosi nel piacentino giovedì 3 giugno lasciano famiglie e amici distrutti dal dolore e dall'incredulità. Venerdì 4 giugno la Polizia Stradale di Cremona ha cominciato le convocazioni dei parenti dei cinque operai morti nello scontro sulla A21 per il riconoscimento dei corpi. Oggi era il turno dei due marocchini, di 40 e 51 anni. I parenti degli altri 3 lavoratori, tutti italiani e residenti tra Adro e Corte Franca (Brescia) sono invece attesi domani. Sono stati resi noti i nomi dei tre italiani: Simone Abeni, 40 anni, di Corte di Franco, con una grande passione per la pesca; Maurizio Signoroni, 55 anni, di Adro e Bruno Bracchi, 67 anni anche lui di Adro.

Maurizio Signoroni, 55 anni
Maurizio Signoroni, 55 anni

Presso l'obitorio del cimitero di Piacenza, la moglie del marocchino 51enne piange il marito scomparso. "Era un marito meraviglioso, eravamo sposati dal 2005. Aveva 3 bambine, le nostre figlie, che erano la luce dei suoi occhi". Le figlie del 51enne di Covo (Bergamo) hanno 3, 7 e 14 anni. 

Sentita da Fanpage.it anche la cugina di Simone Abeni, Laura Bosio, che così descrive il cugino: "Simone era una persona solare, sempre con il sorriso stampato sulle labbra, aveva una grandissima passione per la pesca che coltivava da anni. Conviveva da più di un anno con la sua compagna".

"Per me era quasi un secondo padre, vista la differenza di età", aggiunge la ragazza. E conclude: "Siamo tutti distrutti, la madre di Simone in particolare". Il 40enne lavorava per la ditta bresciana Mapen srl da circa 3 anni.

Simone Abeni, 40 anni
Simone Abeni, 40 anni

Stefano Boselli sindaco di San Pietro in Cerro (il comune all'altezza del quale si è verificata la tragedia) ricostruisce al telefono la dinamica: "Non ho assistito personalmente, ma un collega e amico agricoltore che stava lavorando in un campo nei pressi dell'incidente ha visto tutto. Dice che il furgone Fiat Doblò si è schiantato a velocità sostenuta contro il tir in quattro frecce fermo davanti, incolonnato in una coda che si era da poco creata". Non è ancora chiaro né chi fosse il conducente del mezzo né cosa abbia provocato la disattenzione che ha causato lo scontro. "Forse un malore, o un colpo di sonno", ipotizza Boselli, che aggiunge: "Secondo l'agricoltore – al momento unico testimone oculare dei fatti n.d.r – un accenno di frenata o sterzata potrebbe esserci stato". Non abbastanza tempestivo, comunque, per evitare lo schianto.

Accorsi tempestivamente sul posto, i servizi del 118 non hanno potuto fare nulla: pare che i cinque uomini siano morti sul colpo. "Ogni morte è tragica – riflette ancora il sindaco di San Pietro in Cerro – ma questa colpisce particolarmente perché si abbatte su cinque lavoratori. Cinque operai, che si erano svegliati di buonora per recarsi in cantiere, che stavano tornando a casa dalle loro famiglie". Uno di loro, proprio Simone Abeni, era tra l'altro appena rientrato da un periodo di ferie all'insegna della sua più grande passione: la pesca.

(Articolo e servizio video di Maria Elena Gottarelli)

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