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Il medico Giorgio Falcetto ucciso con un’accetta fuori dall’ospedale: si va verso il rito immediato

Benedetto Bifronte era finito in manette con l’accusa di aver colpito alla testa con un’accetta il medico 76enne Giorgio Falcetto fuori dal pronto soccorso del Policlinico San Donato: ora andrà a processo con rito immediato.
A cura di Giorgia Venturini
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A sinistra Benedetto Bifronte e a destra la vittima Giorgio Falcetto
A sinistra Benedetto Bifronte e a destra la vittima Giorgio Falcetto

Andrà a processo con rito immediato Benedetto Bifronte: l'uomo di 62 anni era finito in manette con l'accusa di aver colpito alla testa con un'accetta il medico 76enne Giorgio Falcetto fuori dal pronto soccorso del Policlinico San Donato, alle porte di Milano. La vittima era morta il giorno dopo aver ricevuto le cure in ospedale.

Ora per il 62enne accusato di omicidio volontario, difeso dall'avvocato Stefano Gerunde, il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta del pubblico ministero Giovanni Polizzi disponendo così il giudizio immediato.

L'omicidio nel parcheggio dell'ospedale

Stando a quanto ricostruito, l'aggressione è avvenuta nel parcheggio dell'ospedale. Qui la macchina di Falcetto durante le manovre di parcheggio era stata urtata da un'altra macchina: allora era scesa dalla sua auto e ha iniziato a discutere con il conducente. Poi la lite è degenerata. L'automobilista ha preso un'accetta che aveva in macchina e ha iniziato a colpire alla testa il chirurgo, ferendolo gravemente.

Il vero movente dell'aggressore

In quel momento, in suo soccorso, sono arrivati subito alcuni operai che lavoravano in un cantiere vicino. Gli operai hanno provato a fermare l'aggressore senza però riuscirci: l'uomo era salito in macchina e ha fatto perdere le sue tracce. Per lui sono scattate le manette poche ore dopo.

Stando poi quanto ha raccontato agli inquirenti, i due si conoscevano già. Il movente non sarebbe da ricondurre quindi a una lite per il parcheggio. Il 62enne ha raccontato che il medico gli avrebbe rovinato la vita, imputando al dottore di avergli causato problemi di salute due anni prima.

Ora la procura ha chiesto e ottenuto il rito immediato: ad oggi gli inquirenti non hanno contestato l'aggravante della premeditazione. E ancora: una perizia disposta nelle indagini ha accertato la piena capacità di intendere e di volere durante l'omicidio. La prima udienza ora davanti alla Corte d'Assise di Milano è fissata per l'11 luglio. Spetta ora alla difesa valutare se chiedere o meno il rito abbreviato.

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