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Il 70 per cento dei detenuti delle carceri di Milano ha ricevuto il vaccino anti-Covid

A Milano il 70 per cento dei detenuti nelle carceri ha ricevuto il vaccino anti-Covid. Con loro anche il 70 per cento degli agenti della polizia penitenziaria e quasi tutti gli operatori: “La situazione di terrore sembrerebbe essere passata. I detenuti vedono che ci stiamo avviando verso una normalizzazione”, spiega a Fanpage.it il garante per i detenuti del Comune di Milano, Francesco Maisto.
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A cura di Ilaria Quattrone
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Proseguono le vaccinazioni nelle carceri milanesi. Negli istituti di Beccaria, San Vittore e Bollate infatti il 70 per cento degli agenti della polizia penitenziaria è stato vaccinato. Con loro anche il 70 per cento dei detenuti e quasi tutti gli operatori (educatori, psicologi e assistenti sociali). "La situazione di terrore sembrerebbe essere passata – spiega a Fanpage.it il garante dei detenuti del comune di Milano, Francesco Maisto -. Ovviamente può peggiorare, qualora dovesse sorgere un focolaio, ma a oggi le strutture sanno bene cosa fare e come gestire tutto".

Restano ancora attivi gli hub di Bollate e San Vittore

Proprio nella giornata di lunedì 3 maggio, l'assessora al Welfare e vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti attraverso un tweet ha fatto sapere che i "contagi nelle carceri lombarde sono sotto controllo. Grazie al monitoraggio e alla vaccinazione della polizia penitenziaria e dei detenuti". Una notizia confermata anche dal garante di Milano: "Nelle strutture di Milano i detenuti vaccinati vanno verso l'80 per cento. Per quanto riguarda la polizia penitenziaria è vaccinato circa il 70 per cento degli agenti. Per il momento comunque restano ancora attivi gli hub di Bollate e San Vittore".

Anche il Coordinatore Regionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria, Calogero Lo Presti, conferma quanto sostenuto dall'assessora: "In tutta la Lombardia abbiamo "solo" 25 casi di soggetti detenuti positivi asintomatici e solo 1 sintomatico. I 25 sono: 14 bollate, 2 Busto, 7 San Vittore, 1 Sindrio e 1 a Voghera. I solo sintomatico a Bollate. Mentre per la polizia penitenziaria su 4482 in forza in tutti gli istituti penitenziari 28 sono in isolamento fiduciario". Il coordinatore infatti spiega come la situazione sia migliorata grazie soprattutto all'impegno dell'amministrazioni nell'adottare le misure di prevenzione e protezione: "L'aggiornamento dei DVR ha permesso di valutare i rischi e quindi adottare le contromisure di prevenzione al fine di salvaguardare la salute dei lavoratori e di riflesso anche quella dei detenuti".

Nei prossimi giorni fissate le linee guida per i colloqui in presenza

Dopo mesi di tensioni, il clima all'interno delle carceri sembrerebbe essere più tranquillo: "I detenuti vedono che ci stiamo avviando verso la normalizzazione. Nei prossimi giorni saranno inoltre date le linee guida per la riapertura che fisseranno anche le regole per i colloqui in presenza". Una notizia tanto attesa, come sostenuto sempre dal coordinatore Lopresti: "Mi viene in mente come sarà emozionante l'incontro di persona, in sicurezza, tra un genitore e i propri figli dopo tanti mesi di isolamento forzato".

Dal canto suo, il garante di Milano spiega come anche in questi mesi i colloqui da remoto hanno funzionato bene: "Prima della pandemia – spiega a Fanpage.it il garante – l'uso dei cellulari era vietato. Adesso sono ammessi. Grazie a questo strumento, i detenuti hanno avuto la possibilità di poter vedere le loro case e i loro famigliari. Sarebbe utile riuscire a far convivere sia i colloqui in presenza con quelli da remoto". Nonostante i contagi nelle carceri sembrerebbero essere sotto controllo, l'attenzione resta alta: "Può sempre sorgere un focolaio, ma di una cosa come garante sono certo: ogni organizzazione penitenziaria a Milano è strutturata e sa benissimo cosa fare in caso di emergenza".

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